mercoledì 27 aprile 2016

Non è ancora la festa della pacificazione

Le contestazioni e le polemiche che continuano a innescarsi alla celebrazione del 25 aprile dimostrano purtroppo che ancora non è la festa che tutti vorrebbero: di liberazione, ma dalla violenza, un'occasione di riappacificazione e non di ulteriori divisioni, che oggi, a distanza di decenni e decenni, non hanno più alcun senso. Deve diventare una festa di partecipazione di tutti e di libertà : quella di essere italiani, democratici ed europei. Noi speriamo che un domani possiamo assistere ad una celebrazione con queste prerogative. Per il momento diciamo grazie alle donne e agli uomini che ci hanno resi liberi, a chi continua a tramandare il valore della democrazia, e a chi (come i Giovani Democratici a Milano, che hanno fatto da cordone protettivo alla Brigata Ebraica) si è sentito in linea con questi principi.

lunedì 18 aprile 2016

Una questione di quorum

Il referendum sulle trivelle è stato un flop. C'era da aspettarselo, e per una svariata serie di motivi:
- una ormai significativa disaffezione al voto: è la settima volta su otto che negli ultimi vent'anni un referendum non raggiunge il quorum necessario
- il quesito era troppo tecnico perché i cittadini comprendessero completamente le ragioni dei due fronti
- e infine, il fatto che ci sia stato chi ha speculato sul referendum, facendo propaganda spicciola come un voto contro al governo, ha contribuito a far sì che molti decidessero proprio di non andare a votare.
Rimane alla fine evidente che si sia persa l'occasione per aprire un dibattito serio su un argomento delicato e importante come il futuro della politica energetica in Italia e nello stesso tempo si sia data un'ulteriore mazzata al già debilitato istituto referendario (per non parlare della spesa di circa 300 milioni di euro -che si poteva abbassare magari accorpando il voto del referendum alle prossime amministrative-).
Per risollevare i prossimi referendum una strada potrebbe essere quella di eliminare il quorum dagli abrogativi, magari rendendo più selettiva l'ammissibilità degli stessi. Perché anche se, nei referendum abrogativi, l'astensione è considerata una scelta legittimasconsolante per chi è andato al seggio vedere che alla fine il proprio voto è come se non ci sia stato.

sabato 16 aprile 2016

Come affondare un referendum

Sul referendum di domani 17 aprile, ci sono stati parecchi interventi che ne hanno minato il senso e pure la legittimità del referendum stesso. Intanto chiamarlo "no-triv" è già un po' fuorviante: qui trovate un dossier esauriente sul tema vero e proprio del voto di domani. Così come è stato sbagliato da parte del Presidente del Consiglio l'invito all'astensione: legittimo quanto si vuole, ma personalmente credo si debba votare sempre e comunque. Ciò che però lascia basiti e amareggiati è che ci sia chi voglia trasformare una decisione che può influire sulle scelte e politiche economiche e energetiche del Paese in un voto contro il governo, rischiando quindi di creare un danno all'istituzione del referendum. Insomma, per i soliti interessi di bottega, si è persa l'occasione per istituire un dibattito serio su un problema concreto e oltretutto piuttosto complesso, su cui molti italiani avrebbero avuto bisogno di una corretta e approfondita informazione.