lunedì 31 marzo 2014

La cultura della discriminazione

Mentre nei principali e più avanzati Paesi occidentali sono riconosciuti i matrimoni gay (l'ultimo nell'ordine è l'Inghilterra, che oltretutto ha un premier e un governo di centrodestra), qui da noi si fa di tutto per contrastare una legge che tuteli gli omosessuali da aggressioni e insulti. Eppure la proposta di legge contro l'omofobia non è nient'altro che un'estensione della Legge Mancino, e prevede di inserire i motivi sessuali a quelli razziali, etnici, religiosi o nazionali come aggravante per gesti di violenza o di discriminazione. Non c'è nulla di ingiusto o di liberticida, né tanto meno esiste il rischio di limitare la libertà d'opinione, come sostiene la tesi del libro che verrà presentato stasera a Vedano Olona in Villa Aliverti. Vietare con la legge Mancino di offendere una religione e chi la professa, di istigare all’odio e alla violenza contro minoranze minoranze etniche e religiose, non ha significato affatto mettere un bavaglio. Di conseguenza non lo si farà nemmeno estendendo questo principio alla sfera dell’omosessualità e della diversità sessuale in genere. Semmai pare esserci piuttosto un sentimento di avversione contro chi è diverso, che si cerca di autogiustificare finendo con il ribaltare la verità dei fatti. Perché magari, inconsciamente, per convincerti di essere nel giusto ti scervelli nel cercare cavilli artificiosi o giustificazioni strampalate. Ma il rischio è di alimentare, con false informazioni, ulteriori campagne d'odio.