martedì 28 gennaio 2014

Dalla globalizzazione alla polonizzazione

La proposta dei vertici Electrolux per garantire la presenza delle proprie aziende in Italia è allucinante: dimezzare gli stipendi degli operai italiani per avvicinarli a quelli polacchi del gruppo. La globalizzazione avrebbe dovuto essere fonte di sviluppo e tutela del lavoro nei Paesi dove i diritti dei lavoratori sono meno garantiti, invece sta accadendo proprio il contrario: è il mondo occidentale che sta importando condizioni di lavoro antiquate e denigranti dal Terzo Mondo.
In questa grave situazione il governo purtroppo si sta dimostrando latitante: occorre al più presto un intervento deciso per tamponare questa emergenza e programmare a breve una riforma (partendo magari proprio dal Job's Act di Renzi) che contempli un taglio del carico fiscale sulle aziende per gravare meno sul costo del lavoro, che in Italia è indubbiamente alto e ci rende meno competitivi anche con Paesi dell'Europa.
La prospettiva è il rischio di una desertificazione industriale (la vicenda Fiat è esemplare), con tutte le conseguenze esplosive di disagio sociale, in un Paese in cui i poveri sono sempre più in aumento e i ricchi sono sempre più ricchi.

P.S.: intanto negli USA, da dove è partita proprio la globalizzazione, Obama è intenzionato ad aumentare il compenso orario minimio per decreto, indicizzandolo all'inflazione: una sorta di "scala mobile", che in Italia è stata abrogata circa 30 anni fa.