mercoledì 1 maggio 2013

Chi più ne ha, più ne Letta

Abbiamo fatto una sintesi, del programma presentato da Enrico Letta, individuandolo in 10 punti. E non è stato facile, visto il contenuto vastissimo, dato che è stato messo proprio di tutto per accontentare il mondo intero. Di certo balzano subito agli occhi il fatto che non è chiaro dove sia la copertura economica (dove troverà tutte queste risorse resta effettivamente un mistero), la vittoria politica di Berlusconi con la centralità del taglio dell’IMU, la chiara volontà di far durare questa esperienza di Governo almeno 18 mesi: mentre secondo noi, avrebbe dovuto essere un esecutivo a breve termine (6-7 mesi al massimo), giusto il tempo di creare e approvare la riforma elettorale e affrontare le emergenze economiche e del lavoro (che non vede di certo l'Imu). Soprattutto, non avrebbe dovuto esserci Berlusconi in questo governo, ed avere una forma istituzionale anziché politica.

Lavoro: per Letta "la prima priorità" del suo governo. Riduzione delle restrizioni ai contratti a termine, aiuto alle imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato in una politica generale di riduzione del costo del lavoro, investimenti su ambiente e tecnologia.

Europa. Altra priorità dell'esecutivo è rassicurare l'Europa. E Letta ha iniziato infatti subito a incontrare i leader di Germania, Francia e i vertici di Bruxelles.

Fisco. Stop all'Imu di giugno in attesa di una sua revisione e sacrifici ripartiti finalmente in maniera equa (vogliamo proprio vedere, con Berlusconi che impone aut-aut...).

Welfare. Un modello più universalistico e meno corporativo aiutando i più bisognosi, migliorando gli ammortizzatori sociali estendendoli ai precari, con lo studio di forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli.

Esodati. Un impegno prioritario (un altro) di questo governo per ristabilire una situazione drastica.

Costi della politica. In sintonia con gli umori del momento, Letta annuncia che i ministri-parlamentari del suo governo non recepiranno lo stipendio previsto sino ad oggi in aggiunta all'indennità. Oltre a questo risparmio simbolico, cancellazione della legge sui rimborsi elettorali. Sempre in materia di tagli, Letta ha annunciato la soppressione delle Province.

Riforme. L'intenzione del governo è quella di affidarle ad una Convenzione aperta a tutte le forze politiche e ai contributi esterni, ma su due punti - bicameralismo e legge elettorale: l'impegno è che a febbraio sia stata "l'ultima volta" del Porcellum.

Mezzogiorno. Mettere in condizione il Sud di crescere da solo, attraverso l'annullamento del divario con il Nord: questa l'intenzione del presidente del Consiglio. Per Letta si deve continuare il lavoro del governo Monti "puntando su una buona gestione dei fondi europei".

Giovani. Solo un'enunciazione di principio, senza impegni precisi.

Donne. Impegni anche qui generici: occupazione femminile in particolare, sottolinenado che non siamo ancora un paese delle pari opportunità.

Enrico Letta ha sfruttato altro spazio (ripetiamo VASTISSIMO) per il suo libro dei sogni: noi abbiamo citato comunque quelli che reputiamo i punti cruciali su cui il governo dovrà agire. Resta il problema a quanti di questi effettivamente riuscirà a fare fronte (sempre che Berlusconi gliene dia poi il modo e il tempo).