giovedì 21 febbraio 2013

L'Italia Giusta in salute

Ieri Pier Luigi Bersani ha annunciato che una volta al governo saranno aboliti i ticket sanitari delle visite specialistiche, recuperando i soldi da un'infinità di consulenze per la Sanità pubblica, la maggior parte delle quali risultano poi inutili, anche perché frutto di clientelismi (come in Lombardia, giusto per fare un esempio).
Il tema salute dei cittadini è molto sentito dal PD: a differenza di altre forze politiche (moderate e non) che parlano di tagli o di dare spazio al privato, il nostro programma prevede che il sistema di tutela della salute non venga travolto ma, al contrario, venga migliorato e consolidato. La spesa sanitaria difatti non è un motivo di allarme per la finanza pubblica, anzi, l’Italia spende e investe meno in sanità di quanto non facciano altri Paesi europei.
Ecco i punti su cui intende agire il PD per raggiungere l'obiettivo del mantenimento di un servizio sanitario nazionale pubblico e per tutti senza ricorrere a nuovi tagli e nuovi ticket o costringere i cittadini a fare affidamento solo sulle assicurazioni private o sulle casse mutualistiche e mantenendo il finanziamento del Fondo sanitario nazionale al di sopra dei valori stabiliti nell’ultimo Patto per la salute:
Ospedale e territorio. Si punterà al rinnovamento strutturale e tecnologico degli ospedali. Ciò che conterà sarà l’intensità delle cure, puntando su poche strutture altamente tecnologiche per le emergenze e i casi acuti e su strutture a bassa e media intensità di cura per assistere i pazienti con patologie croniche o che non hanno bisogno di alta specializzazione. Gli ospedali dovranno essere collegati tra loro, con i presidi territoriali, con le strutture riabilitative e residenziali, con l’assistenza a domicilio, i medici di base e i pediatri.
Riqualificazione e riorganizzazione delle cure primarie. Verrà promosso il modello di medicina associata, incentivando l’aggregazione dei medici di base in studi attrezzati, informatizzati e collegati con gli ambulatori specialistici, con gli ospedali e con la rete dei servizi sociosanitari per gestire cure, fattori di rischio, malattie croniche, disabilità e diagnosi di primo livello, 24 ore su 24.
• Appropriatezza. Si punterà a creare condizioni tali per cui i medici prescrivano visite ed esami solo quando è opportuno, basandosi su linee guida e percorsi diagnostico-terapeutici scientificamente validi e verificati dalle società scientifiche. Verrà introdotta la tessera sanitaria digitale per ogni persona e le attività diagnostiche (sia nel pubblico, sia nel privato convenzionato) saranno monitorate.
• Medicina difensiva. Si lavorerà ad una legge sul rischio clinico che garantisca i professionisti del settore evitando gli sprechi dettati dalla paura di essere denunciati dal paziente. I punti toccati dalla legge dovranno essere:
- assicurazione, autorizzazione, accreditamento e, per le strutture private, accordi contrattuali;
- attivazione di sistemi misti, risarcitori e indennitari, per tutelare le persone danneggiate;
- creazione di un fondo per i grandissimi rischi e per le insolvenze;
- attuazione pronta e totale del fondo di solidarietà per le categorie professionali più esposte, per contenere i premi assicurativi;
- messa a punto di tabelle univoche per la valutazione del danno per uniformare, secondo equità e giustizia, le liquidazioni;
• Prevenzione. Le tradizionali attività di prevenzione e diagnosi precoce saranno affiancate dal sostegno ai corretti stili di vita, alla lotta alle dipendenze, alla corretta alimentazione, all’attività fisica, anche grazie a percorsi scolastici fin dalle elementari. Le attività del Governo, delle organizzazioni civili e del volontariato dovranno essere unite e coerenti.
• Aziende farmaceutiche. Il settore farmaceutico dovrebbe essere valorizzato e riorientato all’innovazione e alla ricerca permettendo una pianificazione dell’attività delle aziende farmaceutiche su un periodo di 3-5 anni e favorendo, così, gli investimenti delle grandi multinazionali.
• Federalismo e governance. Pur non mettendolo in discussione, il federalismo dovrà essere corretto per ridurre il divario tra Sud e Centro-Nord rilevabile in tutti i settori della sanità. Si lavorerà sui piani di rientro e sui commissariamenti, monitorando attività e spese e intervenendo tempestivamente sulle anomalie rilevate anche sostituendosi temporaneamente alle Regioni. Il Ministero della Salute dovrà recuperare un’effettiva capacità di governo, anche coordinandosi con l’Istituto Superiore di Sanità, l’AIFA e l’Age.Na.S.
• Partiti fuori dalle nomine. Verranno rivisti i meccanismi di selezione e i requisiti professionali dei dirigenti del Ssn. Tutto il percorso deve essere reso pubblico su internet. La selezione deve essere seguita dalla verifica dei risultati sia dal punto di vista economico e gestionale, sia in termini di strategie e salute.
• Trasparenza. Il rilancio della sanità pubblica dovrà coinvolgere medici, infermieri, tecnici e operatori sanitari anche dal punto di vista decisionale e del governo clinico. Si punterà alla riduzione del precariato, all’ammodernamento degli Ordini delle professioni mediche e sanitarie, al miglioramento della formazione universitaria e post-universitaria, a politiche del lavoro orientate alla qualità e all’efficacia. Anche i cittadini dovrebbero essere coinvolti rendendo pubblici su internet i risultati clinici di ogni ospedale e le spese di Asl e aziende ospedaliere.