venerdì 15 febbraio 2013

La pubblica amministrazione dell'Italia Giusta al servizio dei cittadini

Le proposte del PD per riformare le istituzioni e l'amministrazione pubblica:

* sul piano istituzionale:
- Promozione dell’etica pubblica con trasparenza assoluta sulla situazione patrimoniale dei parlamentari e sui bilanci dei partiti e prosecuzione dell’azione di riduzione dei costi della politica intrapresa, su iniziativa del PD, nell’ultimo anno
- Dimezzamento del numero dei  parlamentari
- Nuovo sistema elettorale (doppio turno di collegio)
- Riforma del bicameralismo paritario con differenziazione delle funzioni tra Camera e Senato e nuove modalità di raccordo tra Stato, Regioni e Autonomie locali
- Sviluppo dell’indicazione Costituzionale secondo cui il presidente del Consiglio dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile
- Legge sui partiti
- Completamento e razionalizzazione della riforma del Titolo V della Costituzione con riduzione delle materie di competenza concorrente.

* Per il sistema pubblico, un percorso legislativo breve, medio e a lungo termine

• Entro i primi 100 giorni
- Definizione e presentazione al Parlamento di un Piano strategico per la riorganizzazione strutturale delle PA che preveda anche l'attivazione di strutture e piattaforme per gestire e accompagnare i processi di cambiamento
- Approvazione di una “lenzuolata” di misure urgenti per la semplificazionee del programma 2013-2015 per la riduzione degli oneri e dei tempi
  - Istituzione di un “Organismo multilivello per la semplificazione”, cabina di regia tra Stato, Regioni e autonomie, con il coinvolgimento delle associazioni delle categorie produttive e dei cittadini utenti e consumatori, per assicurare la massima efficacia e operatività al programma con la partecipazione di tutti i livelli di governo
- Adozione dell’Agenda digitale pubblica, finalizzata ad aumentare l’uso delle tecnologie nei procedimenti amministrativi, con un piano che entro fine legislatura realizzi la completa digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni.

Entro il 2013:
- Completamento, ulteriore sviluppo e migliore coordinamento dei provvedimenti per la trasparenza totale
- Modifiche che rendano più rigorosa la legge contro la corruzione
- Superamento dei tagli lineari della "spending review" del governo Monti e impostazione di piani industriali per singole amministrazioni, per sistemi territoriali e per filiere di politiche pubbliche. Il Governo si dovrà far carico, da subito, di emanare decreti attuativi e fare in modo che si avvii il processo di aggancio della spesa ai risultati, come prevede la legge di riforma del bilancio
- Riforma dei ministeri e degli enti nazionali:
a) Articolazione in agenzie di alcuni aspetti operativi dei ministeri
b) Piano industriale per la riorganizzazione dei ministeri centrali e impostazione dei piani industriali delle singole amministrazioni
c) Integrazione di funzioni trasversali, con servizi e funzioni logistiche comuni
d) Istituzione di una centrale di coordinamento unitaria per i processi di informatizzazione e digitalizzazione
e) Riordinamento degli uffici di diretta collaborazione dei ministri
f) Revisione delle modalità di concertazione tra i ministeri e azioni volte a favorire la mobilità tra i ministeri per riequilibrare i carichi di lavoro e il migliore utilizzo delle risorse umane
- Riforma della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l’adozione di un modello organizzativo e funzionale caratterizzato da una maggiore vocazione alla promozione e al coordinamento delle politiche pubbliche in sintonia con l’articolo 95 della Costituzione
- Riordino di regioni, province, unioni dei comuni e città metropolitane, con riduzione dei centri di responsabilità politica e dei costi correlati
- Completamento del riordino delle province come intelaiatura forte e solida di tutto il sistema delle PA, con funzioni proprie e funzioni delegate dalle regioni legate alle politiche di area vasta e di governo del territorio
- Superamento di enti, agenzie, consorzi, ambiti che svolgono funzioni gestionali e che si frappongono fra regioni e province
- Riorganizzazione del sistema istituzionale locale imperniato sui comuni per funzioni che abbiano al centro la persona, la famiglia, la comunità. Superamento della frammentazione localistica con l’organizzazione in Unioni di servizi efficaci, efficienti ed economici
- Completamento del riordino degli enti previdenziali e definizione della loro nuova governance
- Riavvio di normali relazioni sindacali a partire dal memorandum sottoscritto nel 2012 da governo e sindacati
- Revisione del blocco del turn-over in connessione con la definizione dei piani industriali
- Riforma delle modalità di reclutamento, per prevedere concorsi unici indetti su base territoriale e procedure affidate a un organismo indipendente, riduzione drastica dei casi in cui PA e società pubbliche o a partecipazione pubblica possono attingere a personale non assunto per concorso, divieto assoluto di ricorrere a somministrazione del personale, divieto di attivare contratti “precari” prima dell’esaurimento delle assunzioni di idonei in concorsi
- Accordo quadro per la gestione dei processi di mobilità e per il superamento del precariato accumulatosi nelle PA, nell’ambito di regole uniformi stabilite con legge statale per la valorizzazione, nei concorsi, dell’esperienza professionale svolta in enti pubblici o privati a titolo precario
- Riforma della dirigenza per un minor numero di dirigenti, una maggiore qualità professionale e il superamento degli abusi dello spoils system
- Piano “giovani nell’amministrazione”: 1000 assunzioni, rivolte a professionalità multidisciplinari per facilitare l’innovazione dei processi, da collocare nei livelli intermedi della PA centrale e da finanziare con i risparmi prodotti da una più elevata concentrazione in Consip dell’acquisto di beni e servizi
- Riduzione della frammentazione dei sistemi e definizione di standard univoci comuni, tra cui la standardizzazione dei SUAP a livello nazionale.

• Entro il 2018, obiettivi di legislatura:
- Armonizzazione del sistema delle autonomie territoriali e funzionaliattraverso un percorso partecipato e condiviso; conseguente riorganizzazione degli uffici periferici dello Stato
- Realizzazione, in collegamento con processi di revisione costituzionale nel senso del federalismo cooperativo e solidale, di misure di ridisegno/snellimento del reticolo di enti/strutture della PA
- Realizzazione di apertura e trasparenza nella PA attraverso processi di digitalizzazione, radicale semplificazione e trasparenza totale dei processi amministrativi
- Riduzione degli oneri regolatori e amministrativi gravanti su cittadini, imprese e sulle stesse amministrazioni pubbliche; taglio del 25% dei tempi di conclusione delle procedure
- Spostamento di risorse dai processi di “autoamministrazione” verso la produzione di servizi nei settori del welfare, dell’educazione e istruzione, dei beni culturali e della sicurezza
- Reimpostazione delle regole per la gestione del personale pubblico attraverso: a) definizione di dotazioni organiche unitarie per il livello centrale e ampi sistemi territoriali; b) radicale riforma del sistema formativo, con l’unificazione delle agenzie formative pubbliche nazionali e locali; c) valorizzazione del merito e delle condizioni di trasparenza e accessibilità nelle nomine pubbliche ad ogni livello
- Potenziamento dell’e-procurement, per arrivare – per tappe – almeno al 30% dell’acquisto di beni servizi della PA (risparmio stimato a regime: 7 miliardi all’anno)
- Diffusione dell’uso del Cloud computing per ridurre i costi e aumentare allo stesso tempo l’efficacia dei servizi delle amministrazioni
- Riorientamento del mix professionale e generazionale del lavoro pubblico: più competenze tecnico specialistiche e manageriali nei diversi settori, meno generiche competenze amministrative e giuridiche; con organizzazioni di rete aperte all’utilizzo sistematico di risorse e competenze esterne verso privato sociale, università, fondazioni e centri di ricerca
- Valorizzazione del dottorato di ricerca nella PA e programma “Eccellenze nelle PA” (MIUR/Funzione pubblica), con cui immettere gli studenti, selezionati attraverso valutazioni competitive all’ultimo anno di università, in percorsi di formazione per l’accesso come dirigenti e quadri nella PA (si prevedono tre anni di studio attraverso dottorato di ricerca o in forme miste dottorato universitario/scuole di formazione PA, con periodi di 6 mesi all’estero e 6 mesi nelle PA)
- Abbassamento dell’età media dei dipendenti, per riportarla in linea con quella europea.