giovedì 24 gennaio 2013

C'è chi la chiama ormai "macrobufala"

La proposta di Maroni della "macroregione" con il 75% delle tasse trattenute in Lombardia.
Innanzitutto, banalmente, ci sarebbe da chiedere come mai non sia già stata attuata, visto che negli ultimi anni la Lega ha governato a Roma e in Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli. E se si va più in profondità, analizzando dati e numeri, ci si rende conto che quella di Maroni è pura propaganda.
I dati certificati dalla Banca d’Italia dimostrano ad esempio che in Lombardia torna il 78% delle tasse che i cittadini versano: lo Stato restituisce infatti ai cittadini lombardi 9.977 euro, pari al 68% di quanto corrisposto per imposte (14.579 euro), a cui va aggiunta la quota del 10% di debito pubblico, che ricade su tutti: perché gli sprechi si sono fatti anche in Lombardia, visto che con i soldi pubblici c'è chi si è pagato i pranzi di matrimonio delle figlie, le lauree in Albania e le ristrutturazioni delle case, pur se fatte a propria insaputa.
Dai conti della spesa previdenziale (le pensioni) invece risulta che la Lombardia riceve il doppio rispetto al Lazio, e che "la richiesta di tenere in casa i tre quarti delle entrate avrebbe come conseguenza l’impossibilità di erogare gli assegni previdenziali oppure quella di regionalizzare quasi tutte le funzioni, e quindi di creare un iper-federalismo che non ha riscontri in altri Paesi e che di fatto significherebbe la fine dello Stato unitario". Insomma, solo un sacco di complicazioni. E facendo bene i conti (come ha fatto la redazione de LaVoce.info), "la richiesta ha solo il sapore di una semplice rivendicazione di maggiori disponibilità, senza alcuna contropartita: il 75% è una percentuale da campagna elettorale, priva di fondamento economico-finanziario".
Per non parlare del fatto che una proposta di questo genere entrerebbe direttamente in conflitto con i principi della legge n.42 di attuazione del federalismo, voluta proprio dal fallito governo Berlusconi-Lega, approvata nel 2009 e che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2017: un assoluto controsenso. Ma d'altra parte Maroni è quello che diceva "mai più con il Pdl": insomma, una persona coerente e di parola.