giovedì 29 marzo 2012

L'ABC della nuova legge elettorale

Alfano, Bersani e Casini si sono ritrovati ad un vertice e lì hanno discusso e gettato le basi per la prossima riforma elettorale.
C'è chi dice che rischiamo di tornare indietro di 20 anni, chi ne parla come di un boomerang e chi la definisce addirittura un "macellum" (Maroni invece l'ha definita improvvidamente una porcata, ma dopo il "porcellum" di Calderoli, la Lega farebbe meglio infatti a stare zitta).
Sicuramente la legge così impostata presenta più ombre che luci:
- innanzitutto verrà ridotto il numero dei parlamentari (che dovrebbero passare da 630 a 500 i deputati e da 316 a 250 i senatori)
- sparisce però l'obbligo di coalizione (novità molto contestata, visto che le eventuali alleanze potranno essere stipulate dopo il voto, senza che gli elettori lo sappiano prima)
- viene ridato ai cittadini il potere di scelta dei parlamentari (ma senza ritorno alle preferenze: e la cosa suscita qualche perplessità)
- sono previsti una soglia di sbarramento (4% o 5%) e il diritto di tribuna per i partiti che non riescono ad eleggere parlamentari.
Di certo questa legge così formulata segnerebbe la fine del bipolarismo, formula su cui era nato proprio il PD (ricordate Veltroni e il discorso del "Lingotto?).