venerdì 22 luglio 2011

Nella Chiesa della Lega il Crocifisso ha il valore di un arredo

In Regione Lombardia passa il progetto di legge della Lega Nord sull’esposizione obbligatoria del Crocifisso negli spazi regionali. Un provvedimento voluto dalla Lega e approvato dal Pdl (ha votato a favore anche Nicole Minetti, una delle protagoniste del bunga-bunga...).
Il PD ha votato contro, sia per aspetti di natura etica che per possibili problemi di costituzionalità: «per sottolineare il disagio rispetto alla scarsa attenzione ai possibili problemi costituzionali e istituzionali e per evidenziare come una generica definizione del crocifisso come simbolo storico-culturale rischi di depotenziarne il significato e di trasformarlo in una sorta di suppellettile legata a una tradizione che non si è in grado o non si vuole rendere attuale con l’unica cosa che davvero conta, ovvero la testimonianza concreta dei valori che il crocifisso porta con sé e che non sempre sembra siano stati presenti nella storia della Lega».
Relatore del progetto di legge è il consigliere del Carroccio, Alessandro Marelli, che è anche il presidente, con il soprannome di «Capitan Lehander» (non è uno scherzo), della «Confraternita del Leone».
Siamo quindi alle solite: per la Lega la religione cristiana si risolve nell'appendere simboli al muro, tralasciando i forti valori di solidarietà e fratellanza presenti nel messaggio di Cristo e del Vangelo. Valori che il libro "Padroni a chiesa nostra" (nella foto, autore Paolo Bertazzolo, edito da EMI, casa editrice missionaria) giudica assolutamente incompatibili con l'ideologia leghista, mettendo in evidenza i limiti e le contraddizioni del rapporto tra il partito di Bossi e la Chiesa cattolica.