martedì 31 maggio 2011

Post voto

Forse meglio dire dopo sbornia. Perché l'euforia è tanta da diventare ebbrezza. In ogni caso, elezioni finite. Tiriamo le somme e voltiamo pagina. Perché adesso vengono i referendum, e anche lì si può e si deve vincere.
Intanto parliamo di quanto appena concluso. Innanzitutto: voto politico o amministrativo? La cosa curiosa è che prima del voto per Berlusconi era un voto politico e per il PD amministrativo, e dopo il voto invece il contrario. Secondo me bene ha fatto il PD ad impostarlo come voto amministrativo, puntando sui candidati locali scelti dalla gente e non dai vertici, proponendo ai cittadini interessati non vuoti slogan ma programmi vicini ai problemi reali, fatti appunto per amministrare la città. La serietà e la concretezza alla fine hanno pagato. A trasformarlo in voto politico, ci ha pensato proprio Berlusconi, e credo che la goccia che abbia fatto traboccare il vaso colmo della sopportazione degli elettori sia stato il dialogo dell'assurdo con Obama al G8.
Chi esce vincitore e chi vinto? Beh, facile dire che hanno perso Pdl e Lega, Berlusconi e Bossi in primis: i due leader mostrano chiari segni di cedimento. E forse ha ragione Prodi su di loro. Ma soprattutto, come dice Ivan, "il giochino di suscitare paura nella gente ha fatto il suo tempo e non funziona più". Ha perso anche il Terzo Polo, né carne né pesce, e che stavolta non è riuscito a ricoprire nemmeno il ruolo di ago della bilancia. Patetica, per fare un esempio, l'Udc di Varese.
Ha vinto il centrosinistra, ma in particolare la gente, il popolo. Ha vinto la voglia di cambiamento e di partecipazione: basti vedere il fiorire di liste civiche, con quella di Luisa Oprandi a Varese che ha raggiunto il 4% e quella di Edoardo Guenzani a Gallarate addirittura il 9! Il PD si è comportato bene: ha fatto il PD, facendo da motore e coordinatore alle coalizioni di cui faceva parte, sostenendo il candidato scelto dagli elettori. Una lezione da tenere a mente.
I risultati sono stati quindi eccellenti per il Partito, che è cresciuto dappertutto (al Nord in particolare), anche nei pochi posti dove non ha vinto. Unico appunto Napoli, dove il Partito ha appoggiato De Magistris portandolo allo straordinario risultato, ma ha subito un brutto colpo vedendo escluso il suo candidato al primo turno: le amministrazioni Bassolino e Jervolino, la vicenda della moltiplicazione delle tessere durante la campagna per l'elezione del Segretario nel 2009 e il pasticcio delle primarie a inizio anno, hanno lasciato il segno presso gli elettori. Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo: a Napoli occorre rifondare il Partito, puntando magari su giovani capaci e meritevoli (e ce ne sono parecchi). Tra i vincitori, oltre alle liste civiche di cui abbiamo detto, annovererei anche il Movimento 5 Stelle, che in alcune città ha ottenuto risultati al di sopra di ogni aspettativa. Al di là dei toni qualunquistici di cui è accusato Grillo, bisogna sottolineare che questo movimento nasce dal basso, e pone delle richieste che molti cittadini sentono proprie (e le elezioni lo hanno dimostrato). Vale davvero la pena ascoltarli.
Chiudiamo allora questo splendido maggio e mettiamoci sotto con la campagna per i referendum: si vota il 12 e 13 giugno a favore dell'acqua pubblica, contro il nucleare e contro il legittimo impedimento. Non facciamo calare il vento.