venerdì 15 aprile 2011

La verità offende, l'insulto è lecito

Se gli rinfacci atti vergognosi compiuti in passato si sentono offesi. Invece, loro sono liberi di lanciare insulti falsi e spregevoli. E oltretutto, lo fanno in maniera vigliacca, da anonimi.
Uno come la tessera 2.232 della P2 (alias Fabrizio Cicchitto) in qualsiasi Paese democratico sarebbe interdetto dai pubblici uffici. E prima di lui, il suo padrone, tessera 1.816, alias Sivlio Berlusconi (che per l'occasione fu anche condannato per falsa testimonianza, e poi amnistiato, tanto per cambiare).
Ma l'Italia è proprio uno strano Paese: le leggi si fanno per proteggere chi viola la giustizia e per perseguire chi la amministra.