venerdì 14 gennaio 2011

Si segue la direzione Bersani

Con 127 sì, 2 contrari e 2 astenuti è stato approvato in Direzione nazionale PD il testo della relazione del segretario Pierluigi Bersani. Ma non è stata una strada in discesa, anzi. Prima MoDem (Movimento Democratico, la corrente dell'ex-segretario Veltroni) aveva annunciato voto contrario, contestando apertamente la linea di Bersani sulle alleanze e sulla questione Mirafiori. Altre critiche sulla strategia annunciata da Bersani, in particolare su eventuali modifiche alle primarie, erano giunte anche da Pippo Civati, promotore del progetto Prossima Italia.
Nella replica però Bersani riesce a fare sue alcune posizioni della minoranza veltroniana, convincendo a restare Gentiloni (responsabile comunicazione) e Fioroni (responsabile del Welfare) che si erano detti pronti a lasciare i loro incarichi nel partito. E conclude con un appello: “Ricordiamoci bene che solo il solo il PD può tenere insieme il Paese”.
Nella sua relazione (iniziata citando Aldo Moro e la sua strategia "della terza fase" per uscire dall'emergenza), questi i punti salienti toccati da Bersani:
- Alleanze: "Sia con le forze di sinistra e di centrosinistra interessate a una reale, stringente e non ambigua prospettiva di governo, sia con le forze di opposizione di centro e che si dichiarino di centro. Il nostro sforzo è quello di fare incontrare i progressisti e i moderati"
- Riforma della legge elettorale che preveda il doppio turno con quota proporzionale
- Primarie: "Nessuno le vuole abolire ma per salvarle bisogna riformarle. Serve una riflessione su come funzionano"
- Federalismo: "Noi abbiamo la nostra proposta sul federalismo, le nostre discriminanti e non accetteremo un federalismo sgangherato e delle nebbie"
- Conferenza nazionale: da tenersi entro la fine di quest'anno
- Fiat: il PD rispetterà l'esito del referendum su Mirafiori , ma chiede "nuove regole sulla rappresentanza". Critiche poi al governo che ha lasciato soli i lavoratori. "Ieri Berlusconi avrebbe dovuto farsi spiegare dalla Merkel come ha gestito la crisi dell'auto e della Opel. Obama ha fatto lo stesso e anche Sarkozy. Solo Berlusconi è stato con le mani conserte".