venerdì 21 gennaio 2011

Fede-irrealismo

L'Anci (associazione nazionale comuni italiani) stoppa la bozza di riforma del federalismo fiscale proposta dal "semplificatore" Calderoli. "Troppe incertezze", rileva Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e presidente Anci.
Le stesse che riscontra il PD in questa sorta di federalismo "farlocco": innanzitutto nessuna tutela economica ai Comuni, che hanno subito dalla legge di (in)stabilità tagli del 60% e che, stando a quel che dice il testo della riforma, fino al 2014 non vedranno ripristinate le risorse. Oltretutto, quello che si intravede sembra un finto federalismo, in quanto non crea una reale autonomia agli enti locali, produce ulteriore confusione nelle pratiche burocratiche e aumenta le difficoltà degli amministratori: per fare un esempio, l’Imu, l’imposta municipale unificata sulle seconde case, slitta al 2014, con un’aliquota che verrà decisa di anno in anno dal governo centrale attraverso la legge di stabilità. Il che significa che gli enti locali non potranno preparare un bilancio di previsione finché lo Stato non avrà definito l’aliquota. Oltretutto, l'Imu non sarà unica come indicato nel proprio nome, ma andrà ad affiancarsi alle imposte oggi in vigore. E colpirà pesantemente gli immobili utilizzati da artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, mentre esenta le società di capitali: quasi una Irap bis, per capire.
Sperequazione anche per quanto riguarda la cedolare secca decisa sugli affitti, da cui trarranno benefici soltanto i proprietari con i redditi più elevati.
Contraddittoria anche la proposta sulla tassa di soggiorno, portata fino a 5 euro per notte: per Chiamparino "la tassa di soggiorno così com'è strutturata non va bene perché sono i piccoli comuni ad averne più bisogno per i servizi. In queste condizioni non ha senso e poi va sottolineato che comunque dal 2011 non c'è". Per Armando Cirillo, Responsabile turismo del PD, invece “in tutto questo ragionamento ci si dimentica clamorosamente che sono le Regioni ad avere competenze esclusive in materia di turismo”.
Insomma, falso e pasticciato: il federalismo che la Lega vuole a tutti i costi portare a casa per meri scopi elettorali (e non per gli interessi del Paese) rischia di portare indietro di 20 anni l'Italia, danneggiandola pesantemente.
Le opposizioni hanno chiesto un rinvio di almeno 6 mesi per rivedere il documento: la Lega però ha fretta e concede solo una settimana. Basterà a sistemare le cose e fare passare una legge decente?