venerdì 28 gennaio 2011

Farsa e tragedia

Dal "Satyricon" al "bunga bunga", dalle cene del liberto Trimalcione ai festini del libertino di Arcore, con una miriade di personaggi che nemmeno la fervida fantasia di Petronio (che pure era alla corte di uno come Nerone!) avrebbe immaginato: il Cavaliere ed i suoi "fede-leli" compagni di cene, la "minorenne nipote di Mubarak", il "cantore napoletano", "l'addestratrice" (o la "destratrice") di un nugolo di escort disponibili a soddisfare ogni appetito sessuale, ma nello stesso tempo voraci di soldi e potere. E come scenario, una sala con tanto di trono per l'imperatore e palo lap dance.
Uno squallore che però non si ferma ad Arcore, ma dilaga fino a Roma, nel Parlamento, dove deputati e senatori non sono più eletti dal popolo, ma ingaggiati ed al soldo di re Silvio, al punto che non si occupano più dei problemi del Paese, ma pensano solo a salvare il "culo flaccido" del loro padrone. E lo fanno rinnegando i valori, mistificando la realtà, al punto di autlesionarsi nell'onore e nella dignità. Come accaduto ieri, nella Giunta per le autorizzazioni della Camera, dove è stata fatta approvare la tesi che competente sull'inchiesta non può essere il tribunale di Milano bensì il Tribunale dei ministri, dal momento che "Silvio Berlusconi avrebbe agito per motivi istituzionali quando si è mosso per Ruby fermata dalla questura di Milano, pensando che fosse la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak".
Pensate: è come se uno di noi si presentasse ad Obama o a Sarkozy o alla Merkel e dicesse "Ciao, sono il nipote di Silvio". Ecco, se uno di questi ci credesse, potremmo tranquillamente dire di trovarci di fronte (e adottiamo lo stesso linguaggio del Cavaliere, così dopo si può contestualizzare) ad un COGLIONE. O forse, coglioni sono quelli che credono a quanto afferma Silvio e gli vanno dietro.
Ma, a dire il vero, i coglioni siamo tutti noi, incapaci di reagire a tutto questo, che accade tra l'altro proprio nell'anno in cui si celebra il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. E la farsa si trasforma allora in tragedia: perché i valori che dovremmo ricordare si degradano in questo fango; i padri del Risorgimento che dovremmo onorare si rivolteranno di sicuro nelle loro tombe, a contatto con il suolo di questo SCHIFO DI PAESE, diventato ormai una "Repubblica fondata sulla prostituzione".
Per questo, ci sentiamo di convenire almeno su una cosa detta dalla "destratrice" Nicole Minetti: "quel vecchio ci sta rovinando la vita". E allora, facciamolo dimettere.