mercoledì 24 marzo 2010

24 Marzo 1980: 30 anni dopo

Riceviamo e pubblichiamo:

"Cari amici e compagni,vi scrivo perché oggi per me è un giorno speciale.

Per me e per chi come me vive la propria cristianità in modo diverso da quelli che sono i “canoni standard”, alla costante ricerca di una fede meditata.

30 anni fa Mons. Oscar Arnulfo Romero (nella foto), Arcivescovo di San Salvador, veniva assassinato da un sicario del regime ultraconservatore, anzi fascista, del piccolo stato centroamericano di El Salvador.

Venne nominato arcivescovo perché considerato un conservatore e controllabile da parte dell’Opus Dei.

Però in seguito alla morte del suo confratello e amico Padre Rutilio Grande, assassinato perché promotore delle comunità cristiane di base di campesinos, ispirate dalla Teologia della Liberazione, che rivendicavano i loro diritti, sfruttati alla fame dai latifondisti (poche famiglie, proprietarie della totalità dei terreni del paese), si fece difensore dei deboli e degli oppressi, denunciando nelle sue omelie e con le sue gesta le ingiustizie, i desaparecidos e gli innumerevoli massacri compiuti dalle squadre della morte.

Mons. Romero oggi è ricordato come "El Santo de America", anche se la Chiesa non ha ancora ultimato il suo iter per proclamarlo beato. È il più grande martire della Chiesa dei Poveri.

Per questo che è stato deciso che la Giornata dei Martiri Missionari si celebrasse il 24 Marzo, nell’anniversario del suo brutale assassinio.

E allora, direte, cosa c’entra con noi. C'entra, perché anche noi abbiamo avuto sacerdoti che si sono ribellati alla chiesa del potere, al regime fascista, alla mafie, in difesa dei deboli e degli oppressi, pagando questo con l’emarginazione e a volte con la vita il loro dissenso: Don Giovanni Minzoni, ucciso dai fascisti, Don Lorenzo Milani, Don Primo Mazzolari e più recentemente Don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia, e Don Beppe Diana, ucciso dalla camorra.

Anche a Vedano Olona abbiamo avuto durante il fascismo Don Monza e Don De Maddalena, arrestati (assieme a mio bisnonno socialista) e esiliati dal regime fascista.

Oggi grazie a Dio ci sono preti come Don Ciotti, che con la sua associazione “Libera” lotta contro la mafie.

Grazie a Dio ci sono preti come Don Alessandro Santoro, che nella Comunità delle Piagge, pone le persone al centro della sua cristianità, o come Don Enzo Mazzi della Comunità dell'Isolotto, prete sessantottino,promotore di una Chiesa delle Comunità di Base, terreno fertile di un cristianesimo non inquinato dal potere.

Non sono un buon cittadino e neanche un buon cristiano, ho moltissimi difetti, ma penso che la difesa dei deboli e degli oppressi, la negazione della guerra, della violenza, del razzismo, della ricerca del potere sugli altri, siano la strada per una società libera, democratica, giusta e solidale e per una Chiesa che non si ponga come obbiettivo se stessa, ma l’insegnamento del suo fondatore.

Questa è la strada che, secondo me, ci unisce nel nostro Partito Democratico: laici, atei e credenti, diversi come provenienza, identici come orizzonte.
"

Rolando Lucioni