giovedì 18 febbraio 2010

Il welfare di Penati: la famiglia prima di tutto

Filippo Penati, candidato Presidente della Regione per il PD, tocca un tasto dolente per la Lombardia: il welfare attuato dalla giunta Formigoni, che non ha aiutato adeguatamente le famiglie, in termini di servizi e di politiche fiscali. Pochi i contributi concessi, e mai sufficienti per tutti: se l'anno scorso il bonus famiglia (1.500 euro annui) era andato alle famiglie in difficoltà con almeno 3 figli a carico, quest'anno è stato tolto a queste ultime (come ha denunciato l'Associazione Nazionale Famiglie Numerose) per concederlo alle famiglie che si trovano a sostenere un parente anziano o disabile (1.300 euro). Mancanza di risorse? A guardare certe spese nei bilanci della Regione, le priorità avrebbero dovuto essere altre, la famiglia prima di tutto. Formigoni però pensa più alla sua di famiglia, ed il responsabile all'assessorato alla Famiglia e Solidarietà Sociale è suo cognato Giulio Boscagli.
Filippo Penati invece si impegna per:
- riduzione dello 0,5 per cento dell'addizionale regionale Irpef
- realizzazione di 20mila nuovi posti negli asili nido lombardi
- istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza, garantendo a quest'ultimo uno sviluppo negli anni
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Oltre a questo, occorre riequilibrare anche la politica dei finanziamenti tra scuola pubblica e privata: "In Lombardia - afferma Penati- quasi il 60% dei contributi erogati alle famiglie che iscrivono un figlio alla scuola privata vanno a chi ha un reddito compreso tra i 47 mila e i 198 mila euro l’anno. E questo a fronte del fatto che per ottenere un contributo in una scuola pubblica è necessario presentare un ISEE non superiore ai 15 mila euro. La spesa pro capite per gli iscritti alle private è di 478 euro l’anno mentre quella per gli iscritti alla pubblica è di poco più di 3 euro l’anno.”.
Più che lecito finanziare la scuola privata e concedere una scelta alle famiglie, però occorre farlo con equilibrio. Oltretutto, molte scuole private non sono accessibili a tutti, e non solo per una questione di rette care: chi è portatore di handicap, ad esempio, ha difficoltà ad essere ammesso in questi istituti. La scuola privata, infatti, non è obbligata ad accogliere disabili, e questo comporta che solo l’1 per cento dei suoi iscritti sia disabile, facendo così venire meno il principio di sussidiarietà che ha nelle sue premesse l’utilizzo del bene comune.