domenica 10 gennaio 2010

Il ministro Maroni e le regole del gioco

Il ministro dell'Interno Maroni chiede "tolleranza zero" contro i cori razzisti negli stadi. Ci sta benissimo (anche se qualcuno si chiede se lo stesso non possa valere anche per alcuni politici).
Il problema, comunque, è che forse l'On. Roberto Maroni non conosce le norme attualmente applicate.
Infatti, lui afferma che "non dipende dal ministro dell'Interno intervenire quando c'è una partita in corso, ma credo davvero che la Figc debba darsi delle regole molto rigide: se c'è anche il minimo dubbio che ci sia un coro razzista, l'arbitro deve immediatamente sospendere la partita e prendere provvedimenti conseguenti".
Peccato però che il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, interpellato in merito, rammenti che "la circolare del Viminale che ha esteso anche ai cori razzisti, oltre che agli striscioni, la misura dello stop alle partite contiene una indicazione esplicita: spetta al responsabile dell'ordine pubblico decidere se sospendere o no un incontro di calcio. Nelle nostre norme antirazzismo, che l'Italia ha introdotto ancor prima delle misure adottate dall'Uefa, non potevamo non tenere conto di questo indirizzo normativo. Se ora il Viminale cambierà quella circolare, gli arbitri potranno assumersi la responsabilità di decidere quando va fermata una partita".
Insomma, abbiamo un arbitro che non conosce le regole? Se comunque fosse come detto dal presidente Abete, sarebbe il caso, caro ministro, di provvedere a cambiare le norme.