giovedì 1 ottobre 2009

Cina: in 60 anni, dal comunismo al capitalismo

La Cina ha celebrato oggi i 60 anni della Repubblica Popolare Cinese, fondata il 1° ottobre 1949 da Mao Tse-tung.
In 60 anni sono cambiate parecchie cose in Cina: dopo la morte di Mao, negli ultimi 30 anni sono state avviate importanti riforme economiche, che hanno dato un grande slancio a livello industriale, tanto da portare la Cina a diventare oggi la più grande potenza economica: gli ultimi dati dell'anno, danno l'economia cinese ad una crescita del 7,9%.
Questo sviluppo è stato opera della classe dirigente che ha preso le redini del Paese 30 anni fa, e l'attuale presidente cinese Hu Jintao è l'espressione di questo nuovo tipo di "capitalcomunista", che in un certo senso, se non ripudiato, ha lasciato in naftalina la figura di Mao, forse anche a causa degli errori commessi in fatto di strategie industriali e soprattutto agricole, che portarono la popolazione cinese vittima di numerose carestie e di decenni in estrema povertà.
Ai progressi in campo industriale (che ha creato comunque notevoli danni all'ambiente in fatto di inquinamento) non sono certo seguiti quelli in termini di diritti umani: la Cina è tuttora uno dei regimi in cui vengono maggiormente violate le norme internazionali (chi non ricorda ancora piazza Tiananmen?).
Ad ogni modo, con questo colosso asiatico il Mondo dovrà fare i conti, e soprattutto ci si aspetta il confronto con gli Stati Uniti: oggi a livello economico (imprese cinesi hanno iniziato addirittura ad investire negli USA), domani a livello politico.
Già si ipotizza infatti che il G20 ben presto si ridurrà a diventare il G2.