sabato 12 settembre 2009

Se la Chiesa scende in campo

Il caso Feltri/Boffo, avvenuto di recente, ha portato alla ribalta il ruolo della Chiesa al centro della politica italiana.
La polemica era sorta a seguito di critiche mosse dal direttore di "Avvenire" alla vita privata del premier, a cui aveva risposto il "giornale di famiglia" con un killeraggio mediatico ai danni di Boffo. Ma il quotidiano dei Vescovi si era espresso anche contro la politica dei respingimenti attuata dal governo.
Oltre al quotidiano, voci critiche si sono levate anche da altri media come "Famiglia Cristiana" e diversi illustri esponenti della Chiesa, come Monsignor Riccardo Fontana, neo-vescovo di Arezzo, oppure (di recente, contro la Lega e le sue "radici") il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano.
Una discesa in campo che, come giustamente ha detto Ilvo Diamanti, ha fatto apparire la Chiesa quasi come una forza di opposizione.
Prese di posizione che hanno messo in imbarazzo il governo, che sul voto dei cattolici (maggioranza della popolazione) ovviamente punta.
Qualcuno vede addirittura in tutto questo un piano per dare vita ad un nuovo partito di centro, scalzando così Berlusconi.
C'è da dire però che la Chiesa in altre occasioni ha anche appoggiato questo governo, da cui ha visto soddisfatte alcune sue richieste (l'ultima in ordine di tempo sull'ora di religione nelle scuole), e lo stesso si aspetta per questioni importanti che saranno discusse a breve in Parlamento, come il testamento biologico e la pillola abortiva RU486.
Questo significa che il Vaticano ed i suoi rappresentanti badano innanzitutto a quello che ritengono il bene dei propri fedeli e dei precetti della Chiesa, e non perseguono invece l'obiettivo di influenzare la politica del nostro Paese. Anche se il cardinal Ruini di recente ha dichiarato che la Chiesa cattolica come "ogni altra realtà o fenomeno sociale ha diritto ad influire sulla scena pubblica, compresa la dimensione propriamente politica".
Un controsenso? Di certo, la Chiesa (tenendo conto anche del suo impegno nella vita sociale del Paese) ha tutti i diritti di esprimere le sue opinioni, contestando o manifestando apprezzamenti; ma l'Italia come Stato laico è giusto che abbia un'autonomia decisionale nell'ambito legislativo, esecutivo e giudiziario.
Ma questo deve essere fatto con il giusto equilibrio, in maniera tale che la laicità non si trasformi in un laicismo, e che comunque vengano salvaguardati i diritti di chi crede e professa una religione.