giovedì 24 settembre 2009

Ru486: una pillola "indorinata" per il PD. E qualche indicazione per il pubblico.

Il sì di Dorina Bianchi, capogruppo del Pd nella commissione Sanità, all'indagine conoscitiva sulla pillola abortiva Ru486 ha scatenato polemiche all'interno del Partito.
E' lo scontro tra laici e cattolici (qualcuno li chiama teodem), che probabilmente si ripresenterà quando si dibatterà il tema del testamento biologico.
Ci si chiede però come mai non si decida prima una linea, emersa magari dopo una discussione interna, piuttosto che assistere a queste spaccature e continui cambi di marcia che bene non fanno all'immagine del Partito.
Certo, rimangono perplessità sulla necessità di questa ulteriore indagine del Parlamento. Ed i dubbi non sono solo nostri, visto che anche il Presidente della Camera nutre qualche riserva su questa decisione che lui stesso ha giudicato "un'idea originale".
Ricordiamo infatti che l'Agenzia del farmaco che si è già pronunciata sull'autorizzazione della commercializzazione della pillola. E sinceramente non vediamo come l'indagine di una commissione di parlamentari possa pronunciarsi sull'efficacia o meno di un farmaco.
Su cui ancora vi è poca chiarezza tra l'opinione pubblica, sia per come agisce, sia per come si utilizza.
Intanto cominciamo con il dire che NON E' LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO, che ha un'azione contraccettiva, mentre la Ru486 ha un effetto ABORTIVO, ovvero interrompe una gravidanza già iniziata.
Altra cosa: la pillola Ru486 è un modo di abortire meno invasivo di un intervento chirurgico, ma ciò non significa che non si debba ricorrere ad un ricovero ospedaliero (almeno fino ad aborto avvenuto).
Quindi meno traumatico, ma solo dal punto di vista fisico, non certo psicologico: è giusto che la donna decida del proprio corpo (come tra l'altro sosteneva in gioventù l'attuale sottosegretario alla sanità Eugenia Roccella, che adesso la pensa in modo davvero differente), ma è da tenere sempre presente che la scelta compiuta porta alla fine di una vita.
In ogni caso, si deve riconoscere che l'attuale legge 194 sull'aborto ha prodotto buoni risultati, tanto che in Italia l’aborto continua a diminuire (del 4,1% nel 2008 rispetto all’anno precedente, del 48,2% dal 1982).
Segno che l'informazione ed i mezzi di sostegno (anche psicologico), che vengono forniti alle donne che possono trovarsi in questa delicata situazione, hanno funzionato.
La stessa cosa quindi potrebbe essere fatta con la Ru486, senza anatemi né paure infondate, provenienti in particolare dalla Chiesa e che ha finito per condizionare molti esponenti della maggioranza (ma anche alcuni cattolici del PD).