venerdì 24 luglio 2009

Se il mattone fa crack

La nostra è una repubblica fondata sul mattone: appena si può, si costruisce, violando magari aree verdi o anche creando scempi nei centri storici. E fa niente se la casa o l'ufficio rimane sfitto o invenduto: l'importante è speculare e far girare i soldi.
Ovvio quindi che il nostro governo (il cui capo, ricordiamocelo bene, viene da quel settore, in cui tuttora mantiene forti interessi) abbia pensato ad una manovra dedicata al rilancio dell'edilizia.
Un anticipo ce l'aveva dato la giunta della Regione Lombardia, ma ora il "piano casa" è approvato su tutto il territorio nazionale.
Un provvedimento (seppur tardivo) che senz'altro servirà da volano per l'edilizia e l'economia, ma che, come afferma qualcuno, rischia anche di diventare l'ennesima occasione di abusi e speculazioni, con grave penalizzazione del nostro territorio.
Di buono c'è che è stata sbloccata una parte (seppur minima) dei fondi stanziati dal governo Prodi per la realizzazione di 100.000 alloggi (in 5 anni) destinati, sia in proprietà quali prima casa, sia in locazione a canone sostenibile e a canone sociale, a nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni sociali svantaggiate, studenti fuori sede, sfrattati, immigrati regolari a basso reddito, residenti da almeno dieci anni in Italia o da cinque nella stessa regione. Anche se c'è da rilevare che così studiata, la misura è insufficiente alle reali necessità e che invece di costruire nuovi alloggi forse sarebbe stato più opportuno rendere disponibili le migliaia di appartamenti sfitti che esistono in Italia.
Ma il mattone è sempre una garanzia. O almeno, dovrebbe. Usiamo il condizionale perché è di questi giorni la notizia del crack di "Risanamento", il gruppo immobiliare che fa capo a Luigi Zunino. Una faccenda di una certa gravità, perché a quanto pare coinvolge importanti istituti di credito nazionali (solidi e sani, a detta del nostro premier), per un deficit di 3-4 miliardi di euro!
Si farà di tutto per salvare il salvabile, perché le conseguenze potrebbero essere drammatiche, con l'esplosione magari di una grossa bolla immobiliare: negli Stati Uniti è cominciato tutto così.