lunedì 8 giugno 2009

Elezioni Europee 2009: come è andata in Italia.

Il voto italiano per le Europee merita un'attenta analisi:
- sicuramente non c'è stato lo "sfondamento" annunciato da Berlusconi: è questo è consolatorio. E soprattutto di buon auspicio: ora il PdL può solo scendere. Una considerazione: a questa tornata elettorale mancano a mio avviso al PdL i voti degli elettori di Alleanza Nazionale. Il PdL infatti è ormai "berlusconizzato". E' solo il premier che ha fatto campagna elettorale. Fini è rimasto defilato, e i suoi seguaci ne saranno rimasti disorientati: quanto durerà questa fusione?
- l'alleanza di governo tiene comunque: se è vero che il PdL perde qualcosa, questo viene recuperato sostanzialmente dalla Lega
- la Lega torna ai livelli del 1996, quando toccò i massimi storici, passando ad un risultato a doppia cifra (poco più del 10%). Un risultato sicuramente buono, ma che difficilmente sarà migliorabile: questo credo sia proprio il massimo che la Lega Nord possa raggiungere. Tanto più se la riforma del federalismo si rivelerà un bluff o comunque non verrà portata a compimento in tempi brevi e se i provvedimenti adottati sulla sicurezza risulteranno inefficaci. Oltretutto se si vanno a vedere il numero dei votanti, si scopre alla fine che la Lega ha avuto 100.000 voti in più rispetto alle politiche dell'anno scorso. Quindi tutto sommato i voti avuti non si discostano poi molto: il risultato a doppia cifra arriva anche dal forte calo degli elettori
- per quanto riguarda il PD, innanzitutto vediamo il bicchiere mezzo vuoto: l'anno scorso si era al 33%, ora al 26% (a cui vi è da aggiungere il 2 e qualcosa dei Radicali che nelle politiche del 2008 corsero in un'unica lista con il PD). Una perdita quindi di un 5% abbondante. La cosa da sottolineare è che l'astensionismo (forte anche in Italia, anche se non ai livelli del resto d'Europa) non credo abbia influito molto sul PD: ha punito di sicuro il PdL. Il bicchiere mezzo pieno invece dice che il PD è la forza progressista che in Europa ha subito meno perdite (il che è comunque una magra consolazione). In futuro però bisognerà stabilire una linea e decidere le alleanze: se il PD vorrà diventare forza di maggioranza, i voti deve andare a recuperarli dagli elettori delusi del centrodestra e dagli astenuti (e a proposito di astenuti: a L'Aquila ha votato solo il 9,3% degli aventi diritto. Un vero terremoto elettorale di fronte alle false promesse di ricostruzione)
- Italia dei Valori: il vero vincitore di queste elezioni è Di Pietro, che ha raddoppiato i voti della sua lista. Anche questo è però un risultato difficilmente migliorabile, frutto solo di un voto di protesta (contro Berlusconi) e non di proposte
- UDC: il partito di Casini ha tenuto, confermando così di essere una realtà della politica italiana. E' da decifrare comunque cosa vorrà fare da grande: opposizione al Parlamento, alleato del centrodestra in quasi tutte le amministrazioni locali. Prima o poi dovrà decidere quale strada del bivio imboccare
- Sinistra: dopo l'Italia, fuori anche dall'Europa. Divisioni, continui litigi (gli stessi che avevano contribuito a far cadere il governo Prodi), una concezione ormai superata, hanno inevitabilmente punito questa forza politica. E la cosa è comunque di grande rammarico: soprattutto in tempi di crisi, c'è bisogno della presenza concreta della sinistra come forza sociale.

Qui i dati definitivi.