giovedì 7 maggio 2009

Leggi demen(raz)ziali

Forse Dario Franceschini sarà andato un po' sopra le righe, però è indubbio che i provvedimenti che la Lega Nord vorrebbe far diventare legge introducendo il reato di clandestinità, assomigliano davvero troppo alle famigerate leggi razziali del fascismo.
Il governo ha risposto che sono state fatte delle correzioni che hanno ammorbidito la proposta iniziale, avendo espunto dal decreto sicurezza le norme sui pronto-soccorso e sulle scuole. Ma l'introduzione del reato di “clandestinità” nel nostro ordinamento potrebbe obbligare (secondo norma di legge) medici, infermieri e presidi, in quanto pubblici ufficiali, a denunciare immigrati clandestini quando vi si imbattano nell’esercizio delle loro funzioni.
Ed è una legge che non piace nemmeno a buona parte degli esponenti del PdL, visto che Maroni e la Lega hanno preteso il voto di fiducia, sottolineando loro stessi di non correre il rischio di "subire imboscate"...
Con questo non vogliamo certo dire che Roberto Maroni sia uno spietato reazionario. Semmai più di una volta si è dimostrato più di tanti altri serio ed equilibrato. Però questa volta, forse per soddisfare la "pancia" del suo elettorato di base, potrebbe essere commessa una leggerezza.
E' giusto combattere l'immigrazione clandestina, visto che spesso è serbatoio di criminalità, però attenzione a non generalizzare e creare situazioni pericolose.
Quando si propongono le leggi, bisogna sempre tenere conto delle conseguenze e delle ricadute. Un esempio è la così detta legge anti-kebab appena varata dalla Regione Lombardia: un provvedimento nato per "ostacolare" i punti vendita di kebab (perché gestiti in massima parte da immigrati) e che, allargata ad altre attività artigianali alimentari, rischia ora di mettere in croce anche gelaterie e pizzerie d'asporto.
Il reato di clandestinità, ad esempio, tiene conto di quegli immigrati regolari (residenti da anni, con un lavoro, una famiglia, magari anche un mutuo acceso per acquistare la casa) che in un periodo di crisi come questo possono perdere il posto di lavoro da un giorno all'altro e ritrovarsi dopo qualche mese senza la possibilità di rinnovare il permesso di soggiorno in quanto disoccupati? Cosa facciamo con questa gente: la mettiamo sullo stesso piano di spacciatori e stupratori? Perché il rischio potrebbe essere quello, sia per loro che per i loro familiari.
Ci auguriamo perciò che si ponderi bene prima di votare questa legge.
Per concludere: il ministro Maroni ha affermato che "Chi critica il ddl che contiene anche misure importanti per il contrasto alla mafia è dalla parte dei mafiosi oppure si tratta di ignoranza".
In effetti l'introduzione delle norme contro gli immigrati è stato inserito nel calderone della "sicurezza". Però insieme a questi provvedimenti c'è anche il famoso decreto anti-intercettazioni: una norma che rischia di limitare parecchio la giustizia e che il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso non ha mancato in più occasioni di deplorare. Ebbene, questa norma non è dalla parte dei mafiosi? Oppure si può fare perché è l’ennesimo baratto fra Berlusconi e Bossi? Ovvero: voto di fiducia per la legge sulla sicurezza, voto di fiducia per la legge sulle intercettazioni.