lunedì 5 gennaio 2009

Social Card: paura per tutti e speranza per Tremonti.

Il grande can can orchestrato un mese fa intorno alla Social Card ha partorito un topolino. Almeno per tutte quelle persone che speravano in quei 40 euro mensili.
Infatti sono state attivate finora, più o meno, soltanto 300.000 Carte rispetto a una platea di un milione e trecentomila aventi diritto.
Non è un caso: è tutto calcolato. Per ottenere la social card, viene infatti richiesto un iter burocratico fatto di carte e certificati che una persona anziana, difficilmente riuscirà a produrre da sola. E se qualche familiare si offre, perde almeno due giornate di lavoro, per poi sentirsi magari dire: "Peccato per dieci euro non rientra".
Per non parlare poi delle poche informazioni date, e dal fatto che tanti soggetti a cui spettava questo contributo non hanno ancora ricevuto la card dalle Poste (per ritardi o chissà cosa!).
E non è finita qui: vi sono stati anche casi di social card "non caricate", ovvero vuote. Con gente che alla cassa si è trovata, al momento di pagare, in grande ed evidente imbarazzo. Anche questo a causa di vari impedimenti burocratici, nonostante quando viene consegnata la card, nel documento allegato alla stessa sia riportata la seguente frase: "La carta sarà caricata con 120 Euro entro due giorni lavorativi dalla consegna".
Il "creativo" Tremonti (il Robin Hood che va controcorrente) non poteva pensare ad un metodo più semplice? Ad esempio accreditare l'importo sulla pensione o in busta paga, visto che l'Inps è in grado, attraverso sistemi integrati perfettamente funzionanti, di sapere chi ne ha diritto. Qualcuno che ha governato precedentemente, aveva fatto questa cosa più banale, inserendo il “regalo di Natale” nella pensione. Però quello è stato giudicato un incapace.
Altro che intervento per Natale o Capodanno. Ci si penserà, con calma e tanta burocrazia, nel 2009, mentre ora le casse dello Stato risparmiano perché non versano i 120 euro previsti per i mesi di ottobre, novembre e dicembre a un milione di indigenti.
E così, mentre da una parte c'è la paura di perdere anche questo minimo aiuto, dall'altra c'è la speranza del governo di risparmiare.
Ecco a cosa si riferiva il titolo del libro di Tremonti: era l'anticipazione della Social Card e delle sue assurde finanziarie.