martedì 30 settembre 2008

E l'AVIS si fece cattivo sangue...

L'Avis è un'Associazione di volontariato costituita tra coloro che donano volontariamente, gratuitamente, periodicamente e anonimamente il proprio sangue.
E' un'associazione apartitica, aconfessionale, senza discriminazione di razza, sesso, religione, lingua, nazionalità, ideologia politica ed esclude qualsiasi fine di lucro e persegue finalità di solidarietà umana.
Al Servizio Trasfusionale dell’Ospedale di Varese 2008 sacche di sangue e altrettante in altre strutture ospedaliere della Regione sono state donate dai soci Avis per essere conservate per un’eventuale emergenza durante i Campionati del Mondo di Ciclismo.
Nonostante questo non è stato permesso a questa associazione di esporre propri striscioni sul percorso delle gare (ma quelli della fantomatica "Padania" erano ben visibili).
La presidente dell'Avis, Sonia Marantelli, ha dichiarato: "Le oltre 3.000 Avis d’Italia e tutti i soci di Varese non possono non sapere che a Varese le parole chiave erano ben altre che solidarietà, altruismo".
Cara Sig.ra Marantelli, non se la prenda: pretendere queste cose da gente simile è come cavare sangue dalle rape.

domenica 28 settembre 2008

VARESE E' TRICOLORE!

E' stata una vera e propria festa, in un tripudio di bandiere tricolori (e tante altre di tutto il mondo!), con un finale che meglio non si poteva: Italia campione del mondo, con gli azzurri Ballan primo e Cunego secondo!
Un vero peccato che tanti varesini abbiano preferito non essere presenti a questo evento...

San Giuliano: "andiam andiam, andiamo da Berlusconi..."

Il nostro premier è proprio inarrivabile.
Certo, non per la statura, come potete leggere qui.

sabato 27 settembre 2008

Lega indigesta

Stasera ci sarà la cena di gala per i mondiali di ciclismo. Parteciperanno tutte le principali autorità varesine.
Ma i rappresentanti provinciali del PD non saranno presenti.
La tracotanza e la beceraggine mostrate in questi giorni dai leghisti (manco fossero a casa loro!) sono proprio rimaste sullo stomaco.
A tutti i varesini, non solo a quelli simpatizzanti per il PD.
Qui il comunicato stampa dei consiglieri provinciali del PD.

Blog out? Per fortuna no!

La notizia è passata inosservata, ma in questi giorni al Parlamento Europeo a Bruxelles si sono decise le sorti dei blog.
Un parlamentare infatti (la socialista estone Marianne Miko) aveva chiesto una sorta di "regolamentazione giuridica dei blog".
La proposta, se approvata, rischiava di diventare un vero e proprio attentato alla libertà d'espressione, in quanto poteva esser utilizzata come una limitazione per i blogger, preoccupati di una possibile valanga di azioni legali.
Fortunatamente il Parlamento europeo ha respinto la richiesta, riconoscendo addirittura che gli spazi dei blogger sono “un contributo importante alla libertà di espressione, sempre più utilizzato tanto da professionisti dei media che da semplici navigatori”.

L'accordo più pazzo del mondo

Nella notte i piloti hanno firmato, dopo ore drammatiche di trattative (sembrava che tutto saltasse ancora -e stavolta CGIL non c'entra, anzi i sindacati autonomi dei piloti sono vicini all'area politica di AN-).
Le categorie ribelli hanno ottenuto condizioni più che favorevoli (alla faccia dell'atteggiamento da "duro" del ministro Sacconi, che alla fine ha dovuto calarsi le braghe).
CAI quindi può decollare. Certo, questo accordo lascia molti interrogativi e perplessità.
Aver boicottato l’accordo di marzo con Air France, innanzitutto significa aver buttato via 3 miliardi di euro che adesso pagheranno gli italiani. E qui, oltre ai sindacati, le responsabilità di Berlusconi in campagna elettorale non possono essere sottaciute.
E poi, quale prezzo pagherà la CAI per la “polpa” buona di Alitalia, dopo che lo Stato (ovvero noi) si è fatto carico di tutti gli oneri della bad company? Il prezzo di favore si trasformerà in rapide plusvalenze per Colaninno e i suoi compagni di cordata? Come evitare una politica tariffaria iniqua a danno dei viaggiatori nelle tratte in cui Alitalia avrà il monopolio, visto che l’antitrust è stata messa a tacere? Come e quando si ricollocheranno gli oltre 3 mila lavoratori in eccedenza? Quale sarà il ruolo del partner straniero: finirà per prendere il controllo dell'intera compagnia, con tanti saluti alla sbandierata "italianità"?
Il problema è che questa vicenda risulta essere una vera e propria commistione di interessi pubblici e privati che sembra essere la regola dell’Italia berlusconiana.
Ed alla fine abbiamo perso tutti, anche se poi, per la riuscita di questa demenziale trattativa, ognuno vuole attribuirsi meriti (che non ci sono): dal governo agli imprenditori, dai sindacati al nostro Walter.

venerdì 26 settembre 2008

Federalismo "lombardo"

Molti si sono scandalizzati per la vicenda "parentopoli" della regione Sicilia.
Ma che dire allora della parentopoli della regione Lombardia, Lega in particolare?
Tra figli e fratelli, e generi e suoceri...
E chi più ne ha, più ne metta!

Logomorroici

In questi giorni "Gomorra", il film di Matteo Garrone (tratto dall'omonimo e bellissimo libro di Roberto Saviano), è stato designato dall'Anica per rappresentare l'Italia agli Oscar. Bisognerà ora attendere il 22 gennaio per sapere se il film riuscirà ad entrare nella rosa delle nomination per l'Oscar straniero che sarà assegnato il 22 febbraio a Los Angeles.
Chissà, se dovesse accadere potrà servire da stimolo perché il nostro intrepido ministro della Difesa magari legga il libro o guardi il film, così che abbia le idee più chiare su quello che è la Camorra qui in Italia ed eviti di rilasciare certe dichiarazioni che sono degne di battute da Oscar della comicità, su cui si è indignato perfino Maroni (il che è tutto dire).

mercoledì 24 settembre 2008

Lumbard tas!*

Questa volta siamo dalla parte della Lega, o comunque esprimiamo solidarietà al sindaco di Varese, Attilio Fontana, per l'increscioso episodio alla cerimonia d'apertura.
Praticamente gli è stato negato il palco e non ha potuto portare il suo personale saluto (a nome della città di Varese) a tutti (atleti e spettatori) i partecipanti ai mondiali di ciclismo.
Infatti l’unico rappresentante istituzionale che ha parlato è stato il presidente della Regione, Roberto Formigoni.
Una mancanza di rispetto, se non alla persona di Attilio Fontana, alla città stessa.
O forse anche questa è una delle tante pecche nell'organizzazione rilevate alla cerimonia di apertura?
Fosse così, sarebbe un clamoroso autogol.

* "Lumbard tas!" ("Lombardo taci!) era lo slogan di uno dei primi manifesti elettorali della Lega, che raffigurava il profilo di una testa umana con un bavaglio.

E' qui la Festi

La Compagnia di Valerio Festi, di cui fanno parte Studio Festi e Cooperativa Kant, da oltre vent'anni crea e porta spettacoli nel mondo (tra cui la bellissima cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Torino).
E' stata questa azienda, che ha sede, lavora e produce a Velate, rione cittadino di Varese, a realizzare lo spettacolo della cerimonia d'apertura dei mondiali di Varese.
Allo spettacolo, portato in scena all'ippodromo di Varese (ora Cycling Stadium), hanno assistito quindicimila persone.
In copertina le bellezze della nostra provincia.
Qui la gallery fotografica delle spettacolari coreografie, e qui invece il video, grazie a VareseNews.

lunedì 22 settembre 2008

Varese is not "padania"

Come segnalato da Marco Giovannelli (direttore di VareseNews), nonostante a Varese ci sia un grande evento come i mondiali di ciclismo che porterà la città ed il suo territorio per questa settimana sotto i riflettori dei media internazionali, grazie agli insulsi manifesti che la Lega ha affisso sui muri della città, abbiamo perso un'altra occasione per renderci meno provinciali.
Comunque, qualcuno dica agli esponenti della Lega che nelle ultime elezioni hanno raccolto solo il 29% e qualcosa dei voti: poco per rivendicare la rappresentanza dell'intero territorio (per fortuna!)

giovedì 18 settembre 2008

Fatti i conti senza l'hostess

Ormai è ufficiale: stop alle trattative, è stata ritirata l'offerta della fantasmagorica cordata CAI.
Non sono stati trovati gli accordi con i sindacati (CGIL e piloti in particolare).
C'era da aspettarselo: la trattativa è stata condotta in maniera irresponsabile, a colpi di ultimatum, per intimorire e mettere con le spalle al muro i lavoratori.
Ma i loro rappresentanti, che avevano rifiutato le condizioni più vantaggiose di Air France, come potevano sottostare ai ricatti della nuova proposta? Con condizioni, tra l'altro, sia per esuberi che per stipendi e investimenti, nettamente inferiori!
Il giusto epilogo ad una vicenda condotta in modo spregiudicato. Ora il nostro premier dice che "siamo di fronte a un baratro".
Anche se l'operazione Alitalia/CAI dovesse andare a buon fine (per lui, non per il paese), con il suo governo questo è ancora niente.

Chi sta dando i numeri?

Mi chiedo: i sondaggi sono da prendere come oro colato oppure ha ragione Giuseppe Adamoli?
O non è che sta sbagliando qualcosa il PD a livello di comunicazione, come invece suggerisce Luisa Carrada?

mercoledì 17 settembre 2008

Mors Alitalia, vita mea

Oggi, sfogliando alcuni quotidiani nazionali, ho visto una pagina pubblicitaria piena di scritte "VivAlitalia", con il noto logo della compagnia aerea di bandiera ormai agonizzante.
C'era in basso a destra, a chiudere, una frase che diceva "Faziosi? No, italiani".
Sul lato della pagina, invece, un indirizzo internet di un'azienda, la Eurocosmesi.
Ho fatto una piccola ricerca, ed ho trovato questo articolo.
La dichiarazione di questo signore (Paolo Gualandi, vulcanico quanto geniale titolare dell'azienda) lascia però perplessi: "A me piace Alitalia e voglio che rimanga italiana".
Qualcuno gli dica che Alitalia ormai è morta: non ci sarà più, è destinata al fallimento.
Al suo posto una compagnia aerea privata (CAI), più piccola, con meno servizi e addirittura più cara, come ci illustra Gad Lerner in un suo articolo.
Una compagnia, poi, che tra qualche anno, con molte probabilità, andrà sotto il controllo di un gruppo multinazionale (per cui "VivAlitalia" rischia di essere solo una boutade).
Voglio credere nella buona fede di Gualandi e che questo sia stato fatto perché lui ha davvero uno spirito patriotico e non perché aiutare il governo in questo momento può essere utile per il futuro e si può riuscire ad ottenere qualche favore (come accaduto già ad un paio di imprenditori della famosa cordata, e come accadrà anche per altri).
Se invece, purtroppo, fosse davvero così, oltre che per i profumi, questo imprenditore dimostrerebbe di avere un buon naso anche per gli affari (probabilmente però solo i suoi, e non quelli del paese).
Segnalo (anche a beneficio del sig. Gualandi) un contributo del Sole 24 Ore, che spiega ed approfondisce ogni aspetto della vicenda Alitalia, con un confronto con la precedente offerta Air France, portata avanti dal governo Prodi.

Atti squalificanti

Siamo d'accordo con l'intervento di Maroni sulle espressioni usate dal dirigente della squadra di calcio del Catania contro l'allenatore portoghese dell'Inter.
Effettivamente bisogna abbassare i toni. E chi sbaglia, deve essere sanzionato e richiamato all'ordine.
Ma deve valere per tutti: dirigenti di calcio, ed anche politici.
Come, ad esempio, il collega di partito di Maroni, Giancarlo Gentilini, vice-sindaco di Treviso.
Sentite cosa ha detto domenica 14 settembre a Venezia, al raduno dell'immaginaria Padania.

Roberto Maroni, ministro degli Interni, era presente e ha sentito anche lui... Voi avete sentito Maroni a riguardo?

Chi si loda si imbroda

L'aveva promesso. E invece...

lunedì 15 settembre 2008

Palle & palloni

Dopo un'estate di sogni, illusioni, promesse e tanto fumo negli occhi, i tifosi milanisti si ritrovano con la propria squadra ultima in classifica.
Puoi raccontare tutte le balle che vuoi, ma poi il campo non mente.
I tifosi milanisti incominciano a rendersene conto.
Penso che a breve lo stesso capiterà a gran parte degli italiani che hanno votato Lega e PdL.
Vittorio Zucconi nel suo commento su Repubblica di oggi è bravo a spiegare la cosa.
I primi nodi cominciano a venire al pettine.
Di Alitalia inutile parlarne ancora (e poi è sotto gli occhi di tutti).
Per la riforma del federalismo (bozza Calderoli) consiglio questo articolo di Tito Boeri e Massimo Bordignon.
Per i mutui della casa (vi ricordate la famosa legge "a favore delle famiglie"?) purtroppo sta avvenendo quanto avevamo previsto.
E non è finita...
Come tifoso milanista (sigh) mi auguro che il Milan si riprenda.
E spero faccia altrettanto l'Italia.
Anche se sarà difficile con questo governo.

Tolleranza nero

Lo “sporco ladro”, il “lurido negro” è morto ieri nel primo pomeriggio, all'ospedale Fatebenefratelli, ucciso a sprangate da due titolari di un bar, perché aveva rubato un po' di biscotti.
Abdul G., 19 anni di colore, originario del Burkina Faso e con cittadinanza italiana, è stato aggredito a colpi di spranga a Milano da due uomini in via Zuretti, non distante dalla stazione Centrale.

sabato 13 settembre 2008

Polemica sul fascismo: è FINIta?

Dopo le sparate di Alemanno e La Russa, apprezziamo le dichiarazioni di Fini fatte oggi alla festa dei giovani di An. Speriamo che servano a raffreddare gli ardori nostalgici dei suoi... camerati (ooops!).

La cordata

Per Alitalia non c'è via di scampo. Si addensano nubi nere. Prendere o lasciare.
E le notizie che arrivano dalle trattative in corso tra sindacati, governo e CAI (la nuova società frutto della cordata di imprenditori), non sono affatto positive, e fanno presagire l'epilogo naturale della storia tragica di questa azienda: il fallimento.
Ma come si è giunti a questa situazione? Sarebbe limitativo addossare tutte le colpe all'attuale governo. Certo, Berlusconi ci ha messo del suo in campagna elettorale per far fallire la trattativa con Air France.
Ma nel fallimento di quella trattativa, secondo me hanno maggiori responsabilità i sindacati, quando si ritirarono dal tavolo delle trattative con Air France. Chissà quale alternativa si aspettavano!
E' vero che Air France avrebbe lasciato a casa lavoratori in esubero, ma comunque in numero inferiore a quello indicato ora dalla CAI.
E' anche vero che Air France col suo piano industriale avrebbe delocalizzato le rotte internazionali a favore dell'hub di Parigi (che è comunque un vero hub, altro che Malpensa o Fiumicino!), per cui i viaggiatori italiani che intendevano spostarsi in aereo con voli intercontinentali avrebbero dovuto partire dall'Italia per far scalo a Parigi e da lì ripartire per la destinazione finale.
Però questo avviene già da tempo: quanti che hanno intrapreso un viaggio per l'America del Nord, la Cina o l'India hanno trovato più comodo (ed economico!) farlo passando attraverso gli aeroporti di Parigi, Francoforte o Londra? Di sicuro con la vendita ad Air France si sarebbe trovato un acquirente disposto a pagare per accollarsi anche i debiti (che invece con la soluzione del governo dovremo pagare noi contribuenti - almeno 100 euro a testa-).
Mentre ora, la stessa Air France ha buone possibilità di essere il partner estero (senza il quale la nuova compagnia non potrebbe esistere) e quindi potrebbe comandare dal punto di vista strategico per cinque anni, perché avrebbe in mano le chiavi dell'estero e quindi il controllo fra cinque anni (per cui andrebbe anche a farsi benedire l'italianità della compagnia di bandiera invocata dal governo...).
Cinque anni che, ricordo, dovrebbero corrispondere al periodo di vincolo che impedisce ai soci privati di CAI di vendere azioni della nuova compagnia.
Dovrebbero: uso il condizionale perché questo "vincolo" non si comprende se sia reale o no. E' parte di un patto tra soci (che essi potrebbero di comune accordo modificare)? E' una semplice dichiarazione di intenti? Se tale vincolo esiste veramente, dove è scritto: nello statuto societario, nei patti parasociali? E cosa succede se qualcuno ignora il vincolo e vende prima della scadenza?
Insomma, ci sono alcune ombre su cui converrebbe fin da subito fare chiarezza.
In ogni caso, gli errori commessi non sono una storia solo di questi giorni. La tragedia di Alitalia parte da lontano: la compagnia aerea è stata fin dalla sua nascita l'esempio classico di malaffare della politica italiana, uno strumento che i suoi esponenti hanno sfruttato per soddisfare in particolare le loro esigenze clientelari, collocando sulle poltrone i loro uomini di fiducia ed i loro protetti. Facendo assumere gente anche quando non ve n'era la necessità e soprattutto la copertura economica.
Una pratica a cui non è sfuggito nessun partito e nessuna organizzazione sindacale e di categoria: anche la Lega (che addossa le colpe alla solita "Roma ladrona") è riuscita a piazzare il suo Giuseppe Bonomi alla presidenza di Alitalia...
E non parliamo poi di tutte le volte che aerei e aeroporti Alitalia sono stati usati come "mezzi personali" da questo o quel ministro (con costi a carico dell'azienda e di tutta la collettività!)!
Così ora siamo alla stretta finale: ma che si prenda o si lasci, perderemo comunque (tranne i soliti noti).
Per un approfondimento sugli sprechi di Alitalia, segnalo un articolo di Sergio Rizzo, pubblicato sul Corriere della Sera il 12 settembre.
Qui invece trovate degli ulteriori chiarimenti (con cifre) sulla vicenda Alitalia-CAI, pubblicati da Carlo Scarpa, professore ordinario di Economia Politica presso l'Università di Brescia e redattore de lavoce.info

sabato 6 settembre 2008

Riforme sempl-ICI

Il nuovo testo della legge delega sul federalismo fiscale ha visto finalmente la luce. E arrivano le sorprese. Infatti nel testo troviamo scritto che si riconosce l'autonomia impositiva ai comuni, attraverso la "razionalizzazione dell'imposizione immobiliare, compresa quella sui trasferimenti della proprietà e di altri diritti reali". Che, tradotto, significa la reintroduzione dell'ICI. Era inevitabile, noi l'avevamo detto: l'ICI ha sempre rappresentato la prima fonte di incasso per gli enti locali. Se si toglie quella fonte di entrata, i comuni muoiono. Ma il premier doveva onorare la sua promessa elettorale. Solo che adesso, fatti i conti, ci si accorge del buco. E allora, con il pretesto della riforma federale, si risarciscono i comuni ma si prendono in giro i contribuenti. Però succede che scoppia la rivolta nella maggioranza. Ovvero, ci si rende conto che questa è davvero troppo grossa per farla passare. Ma per fortuna c'è Roberto Calderoli, il "Semplificatore". E la soluzione è davvero semplice: invece che reintrodurre l'ICI si mette una tassa con un altro nome ("Service Tax"). Il succo però è lo stesso: pagheremo comunque, se non di più. Addirittura anche chi prima l'ICI non la pagava (ovvero chi aveva casa in affitto). E così, dopo il decreto sull'impunità, la legge sui mutui, l'emergenza sicurezza, la questione Alitalia, la "monnezza di Napoli", ecco un altro bell'inganno: a questo governo viene davvero semplice.
P.S.: Roberto Calderoli ha affermato che "piuttosto che reintrodurre l'ICI si darà fuoco".
Mah, per adesso stanno bruciando le risorse del Paese.

giovedì 4 settembre 2008

Una normativa spuntata

Giunge alle nostre orecchie il grido di vittoria di Maroni: la Commissione UE ha approvato il testo della sua normativa sui nomadi. Ma è una vittoria di Pirro: rispetto alla normativa originale ci sono state alcune modifiche da parte del Viminale sul testo inviato a Bruxelles. Infatti è stata introdotta la dizione "campi nomadi illegali” (quando in origine si voleva estendere il censimento IN TUTTI I CAMPI NOMADI) in maniera tale che fosse esclusa l'ipotesi (molto concreta) che si trattasse di un provvedimento mirato in particolare su di una etnia; mentre la questione delle impronte digitali è stata ridimensionata, sempre dal Viminale, a “extrema ratio” per l’identificazione dei minori non altrimenti riconoscibili (mentre prima doveva essere PRASSI COMUNE per tutti i nomadi, bambini in primis).
Effettivamente la Commissione UE non ha bocciato la norma di Maroni: se l'era già bocciata prima lui da solo.

martedì 2 settembre 2008

Le ultime (speriamo di no) parole famose

In relazione ai fattacci avvenuti domenica da parte dei teppisti responsabili dei gravi incidenti prima e dopo la partita di calcio Roma-Napoli, il nostro Walter si è giustamente indignato per l'immediata scarcerazione dei pochi fermati. Oltre a questo, si è anche lasciato andare ad una reprimenda contro il governo che, a suo dire, sarebbe "duro con quelli che non votano come gli immigrati e debole con quelli che votano (come gli ultrà)".
Al di là della seconda esternazione (un po' azzardata), sarebbe stato utile un paio di anni fa rilasciare dichiarazioni simili alla prima, mostrando meno lassismo per non urtare la suscettibilità di qualche alleato di allora (come Cento dei Verdi, la "Madonnina degli ultrà" come l'ha battezzato Gianni Mura).
Chissà, forse qualche voto in più il PD l'avrebbe raccattato.

lunedì 1 settembre 2008

E il governo perde il treno della sicurezza

Ci avevano promesso sicurezza, grazie anche alla presenza dei soldati nelle principali città. Dopo gli incresciosi episodi avvenuti ieri verrebbe il dubbio che Napoli non sia stata inserita dal ministro degli Interni e da quello della Difesa nel programma "giro di vite" da loro approntato e sbandierato a tutta la nazione. Ma così non è: Napoli figura nell'elenco delle città in cui sono state inviate pattuglie dell'esercito. Chissà, allora, era domenica, e forse i soldati erano in libera uscita... Sarcasmo a parte, il problema è che la sicurezza non si risolve a colpi di slogan o interventi di facciata. Oltretutto, la presenza dell'esercito sarebbe stata del tutto inutile (come illustra la vignetta sotto di Giannelli: i soldati possono agire solo se in pattuglie miste, accompagnati quindi da poliziotti o carabinieri. Da soli, non possono nemmeno richiedere documenti per l'identificazione). Occorrono, oltre a leggi severe da applicare, forze dell'ordine organizzate ed addestrate all'occasione.
Il problema poi degli ultras non è di facile soluzione: non pretendiamo che questo governo risolva la cosa in quattro e quattr'otto dove molti altri hanno fallito prima (anche se Pisanu prima e Amato poi con i loro decreti qualche piccolo risultato l'avevano ottenuto). Di certo la strada intrapresa (con tagli a polizia e carabinieri) non è quella giusta.
Io, da profano, quando un problema non si riesce a risolvere con la propria testa, suggerisco di copiare dagli altri. Basterebbe infatti vedere cosa è successo in Inghilterra, il paese che ha avuto un problema accostabile proprio a quello italiano. Vi ricordate gli hooligans? Con la legge Thatcher è stato stroncato il fenomeno senza grosse remore, e da allora il calcio è tornato a essere quello che deve essere: uno spettacolo per famiglie, che si recano allo stadio come andrebbero al cinema, senza temere per se stessi e per i propri figli. Ma è troppo semplice copiare una legge efficace, che funzioni: noi siamo italiani (e a peggiorare, in più, ci sono anche i "padani").
Nel frattempo, le pattuglie dei soldati portano a termine brillanti operazioni.

Prove di dialogo

Domenica 24 agosto 2008, alla festa nazionale del PD, Umberto Bossi, spalleggiato dal Ministro dell’economia Tremonti e da quello della Semplificazione Calderoli, ha partecipato ad un dibattito sul futuro economico del paese e in particolare sull’impatto del federalismo fiscale. Per parte democratica erano presenti Bersani e Chiamparino. Artefice dell'iniziativa è stato il nostro Daniele Marantelli. La cosa ha sollevato notevoli discussioni, con accuse e/o elogi al deputato varesino (già al centro di polemiche per aver parlato di "PD del nord"). Precisiamo subito: Daniele Marantelli ha sempre dato il massimo impegno per il partito, nella più assoluta correttezza, e non vogliamo credere che intenda seguire "la deriva leghista". Probabilmente, se lui ha deciso di intraprendere il dialogo con la Lega qui a Varese è dovuto:
1) al fatto che la Lega rappresenta qui nel nostro territorio il maggiore partito, per cui una realtà con cui fare i conti
2) al federalismo, diventato ormai una necessità per l'intero Paese. Occorre non stare fuori dai giochi di quella che potrà essere le regina di tutte le riforme, ma semmai cercare di dare un contributo essenziale: la Lega ha il merito di aver sollevato la questione, ma non credo sia in grado di impostare una legge equilibrata.

Il problema piuttosto è: ci sono spazi e contenuti per dialogare con la Lega?
Il dibattito che si è tenuto a Firenze in effetti è stato da parte degli esponenti leghisti solo un ripetere di cose ritrite (i soliti slogan) senza il conforto di dati.
Il rischio è di parlare a vuoto (o forse è meglio dire al vuoto).
Anche perché, ad oggi, le contrapposizioni sono ancora forti.