mercoledì 16 aprile 2008

Walterloo?

Non per fare il verso ai manager Telecom, ma utilizziamo con ironia questo titolo al post per fare l'analisi dell'esito del voto. Innanzitutto: si tratta sicuramente di una sconfitta, ma in che termini? C'è qualcosa da salvare? Diciamo che il PD è partito nettamente sfavorito: anche i sondaggi più ottimistici lo vedevano al massimo alla pari in Senato. La sconfitta quindi era quasi annunciata. Certo, tante illusioni non ce ne eravamo fatte. Si sperava però in un distacco inferiore (4-5 punti al max). C'è da dire però che il PD ha guadagnato circa 1 milione e mezzo di voti (se si vanno a sommare nelle elezioni del 2006 il numero degli elettori di DS e Margherita), per cui il dato proprio negativo non è, anche se si sperava di raggiungere l'agognato 35% (sembra fosse l'obiettivo minimo). Resta semmai il dubbio di aver assorbito voti dalla sinistra e pochi dal centro. Di certo, questo risultato non può e non deve mettere in discussione la leadership di Veltroni, che ha saputo portare tanto entusiasmo (basti pensare alle migliaia di persone in piazza Repubblica a Varese). Alcuni hanno attribuito, come causa dell'esito finale, la sua strategia "buonista", per aver scelto di non reagire agli attacchi ed agli insulti degli esponenti dell'altro schieramento, facendo piuttosto una campagna elettorale che ha puntato sui contenuti. Gli italiani d'altronde erano anche stanchi di questa politica litigiosa fatti di contrasti e nessuna proposta seria. Forse la scelta non ha pagato come invece in passato aveva fatto la strategia dell'antiberlusconismo puro e semplice, ma prima o poi si doveva cambiare rotta per puntare ad una politica seria e chiara, aperta al dialogo, come avviene in tutti gli altri paesi civili. Altra critica piovuta addosso è stata quella di aver puntato sul voto utile a discapito della sinistra e dei socialisti, causando così la loro scomparsa dal Parlamento. Parliamoci chiaro: era una parte politica destinata a morire da sola. Non è stato il PD a causare la loro fine, ma l'elettorato, tenendo conto poi che buona parte dei voti della così detta "classe operaia" pare sia finita addirittura alla Lega! Un merito invece il PD ce l'ha per aver portato gli schieramenti politici a pochi gruppi in Parlamento, trovando il coraggio di fare un partito unico e costringendo altri a fare di corsa una brutta copia.
Semmai si può rimproverare alla dirigenza PD 2 cose:
- di non aver saputo comunicare agli Italiani che il governo Prodi non è stato solo litigi e contrasti nella maggioranza, ma che qualche risultato lo ha portato;
- di aver prestato poca attenzione al Nord, anche se questo è fondamentalmente un errore del passato, che viene da lontano, ma che però va subito corretto. Cosa di cui sicuramente la dirigenza si sarà resa conto e su cui starà già lavorando. Quindi, la prossima mossa sarà quella di riprendere il nostro territorio e di non lasciarlo in mani altrui, soprattutto quando queste mani non sono poi in grado di gestire le enormi problematiche (come si è visto negli ultimi 15 anni). Non si può sperare di vincere a livello nazionale senza contare sull'appoggio della zona più popolosa e produttiva di Italia, la locomotiva del Paese. Dobbiamo rimboccarci le maniche prendendo la rincorsa proprio da lì. Perché una cosa è sicura: il futuro è del PD, una forza nuova con un leader giovane. La partita è appena iniziata: questo era il primo tempo. La rivincita SI PUO' FARE.