martedì 5 agosto 2014

Gli scompensi dell'equo compenso

Il decreto sul pagamento del compenso per copia privata si sta sempre più dimostrando iniquo e privo di logica. Dopo il caso Apple, il ministro Franceschini viene infatti smentito anche da Samsung, che aumenta i prezzi dei propri apparati in conseguenza della nuova tassa applicata. Come non bastasse, il Parlamento inglese decide che i cittadini britannici non dovranno pagare preventivamente un “equo compenso”, poiché i sistemi di compensazione per la copia privata sono ritenuti "inefficienti, ingiusti e una complicazione burocratica, nonché uno svantaggio per chi già paga per un contenuto”.
Non sappiamo come reagirà ora il Ministero. Di certo è stata singolare l'iniziativa di protesta di Siae contro Apple, con la decisione di acquistare una ventina di iPhone provocatoriamente in Francia (dove l'equo compenso non incide sui rincari dei prodotti) per poi donarli in Italia ad associazioni non profit. Come sottolinea Guido Scorza: "difficile condividere l’iniziativa della SIAE che per protestare contro la Apple ha deciso di comprare 22 smartphone marcati Apple, versando così all’azienda di Cupertino oltre 15 mila euro e, come se non bastasse, di acquistarli in Francia, sottraendosi, dunque, al pagamento del compenso per copia privata e delle tasse in Italia".
Insomma, chi ha orchestrato questa bestialità pare proprio non abbia le idee chiare.