lunedì 9 luglio 2012

La Vedano che verrà

Questo è un pezzo di Vedano che più o meno potremmo vedere così in futuro: tremendo l'impatto, vero?
Se infatti sarà attuato il PGT adottato dall'amministrazione, il bel prato verde all'incrocio tra via Libertà, via Marconi e via De Amicis, sparirà per fare posto ad “una media struttura di vendita food”, con tanto di parcheggio e magari qualche appartamento.
Eppure di supermercati e negozi di alimentari, tra Vedano e paesi limitrofi, ne abbiamo più che abbastanza. Eppure lungo via Marconi ci sono dei negozi vuoti e sfitti che potrebbero fare da destinazione se davvero fosse impellente la necessità di un nuovo punto vendita. Eppure il paese si è allargato al di qua della stazione, con l'insediamento di giovani coppie e bambini. Perché allora non pensare a un punto di ritrovo e socializzazione come un parco giochi?
A detta del relatore del PGT, sembra che la motivazione di questa decisione sia quella di fare rimanere i vedanesi a fare la spesa sul territorio. Un ragionamento che a noi pare totalmente sballato, visto che non tiene conto della realtà del paese (esiste già un market alimentare in centro), né di quella del mercato (che registra un calo sempre diffuso nei consumi degli alimentari), ma soprattutto denota l'assoluta mancanza di visione futura. E il rischio è quello di trovarci un domani con un'altra piccola Fornace e uno spazio verde buttato via. Pensate se anni fa le amministrazioni di allora avessero deciso di costruire case o centri commerciali dove adesso ci sono parco Spech e parco Fara Forni...
Si potrà obiettare che un parco giochi non porta oneri di urbanizzazione nelle casse comunali, utili per mantenere i servizi. Ma vi sono strutture abbandonate (tipo quella cerchiata in rosso nella foto, l'ex-nastrificio, situato proprio a ridosso del prato) su cui costruire. Così come possono essere studiati dei meccanismi tecnici con cui creare compensazioni per la Parrocchia, proprietaria del terreno.
La storia di questo prato è infatti particolare: era stato donato oltre 40 anni fa alla Parrocchia per edificare una nuova chiesa. Poi non si fece nulla, anche perché in effetti il progetto pareva superfluo. Ma adesso si pensa ad un altro genere di tempio: commerciale, forse perché il consumismo è diventata la nuova religione della nostra epoca.
Ad ogni modo, noi siamo contrari al progetto inserito nel PGT, e chiediamo invece di optare per un'idea che tenga conto della sostenibilità, preservando un'importante area verde. Vogliamo convincere l'attuale giunta di essere in errore. L'assessore Furlan ha affermato nel Consiglio comunale del 22 giugno scorso di avere visto delle firme di cittadini che chiedono la presenza di quel tipo di negozio: allora raccogliamo anche noi firme (tante) e corrediamole con delle proposte. Le soluzioni alternative ci sono. Il tempo a disposizione però non è molto: le osservazioni vanno infatti depositate in Comune entro il 3 settembre, per cui ci attiveremo subito.
Non è una questione politica a muoverci, ma il bene del nostro paese: il “basta cemento”, tanto caro alla Lega, non deve essere un vuoto slogan, ma un vero credo da applicare nel territorio dove viviamo e dove vivranno i nostri discendenti. Perché la “terra dei nostri padri” è anche quella dei nostri figli, e noi preferiamo lasciare loro dei prati verdi piuttosto che dei supermercati vuoti e inutilizzati.