venerdì 2 marzo 2012

Foibe, una tragedia che nasce dall'odio

In questi giorni nella nostra Biblioteca comunale di Villa Fara Forni è esposta una mostra organizzata dall'assessorato "alle identità culturali e tradizioni locali" e dedicata ai massacri delle Foibe, una tragica vicenda che ha segnato la fine della Seconda guerra mondiale.
In realtà tutto parte ancora da più lontano: in quelle terre (Istria e Dalmazia) vi erano sempre state conflitti tra italiani e slavi fin dai tempi dei domini della Repubblica Veneta, ma si acuirono ulteriormente dopo la fine della Grande guerra del 1915-18, in particolare con l'avvento del fascismo che esasperò al massimo gli eccessi nazionalistici. Già nel 1920 Mussolini in un discorso tenuto a Pola dichiarava: "Per realizzare il sogno mediterraneo bisogna che l’Adriatico, che è un nostro golfo, sia in mani nostre; di fronte ad una razza come la slava, inferiore e barbara, io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani". E così fu: iniziò l'opera di "italianizzazione", mista a razzismo e «pulizia etnica». Gli slavi perdono il diritto di servirsi della loro lingua nella scuola e sulla stampa, il diritto della predica in chiesa e persino quello della scritta sulla lapide nei cimiteri. Si cambiano massicciamente i loro nomi, si cancellano le origini, li si costringe a emigrare. E cominciano a diffondersi i versi oscuri di una canzonetta dialettale: "A Pola xe l’Arena, la Foiba xe a Pisin".
Furono dunque i fascisti a "fare uso" per primi delle foibe, per fare sparire i loro avversari: prigionieri morti per le torture o partigiani giustiziati. Con lo scoppio della guerra e l'invasione della Jugoslavia, gli italiani aprirono anche campi di concentramento, in cui furono internati e trovarono la morte migliaia di slavi, tra cui vecchi, donne e bambini.
Con il rovesciamento delle sorti della guerra, arrivò la controffensiva delle truppe jugoslave, e le terribili ritorsioni contro la popolazione italiana. La "vendetta" degli slavi fu accanita e feroce, e non colpì solo i responsabili dei crimini commessi contro di loro, ma coinvolse anche molti innocenti, che vennero gettati VIVI nelle foibe. In questo clima da incubo, Tito ne approfittò per cercare di annettersi i territori della Venezia-Giulia, e così diede ordine di assassinare anche italiani che nulla avevano a che fare con il regime fascista e che magari erano pure antifascisti, solo perché all'interno della comunità italiana erano tra le personalità di spicco: una vera e propria cancellazione della società civile italiana.
Alla fine gli italiani furono costretti ad abbandonare le loro case e i loro beni in Istria e Dalmazia, e iniziò per loro un duro esodo, con il doppio dramma di abbandonare la loro terra natia e nel contempo vedersi pure malsopportati dal resto d'Italia, che vedeva questi profughi come una minaccia, con i timori che accompagnano da sempre (anche oggi) gli immigrati: "ci portano via la casa e il lavoro". Comunità e famiglie intere si dispersero così per l'Italia e il mondo.
La tragedia delle foibe fu fatta passare nel silenzio, perché a tutti faceva comodo così: all'Italia che non dovette pagare risarcimenti per i crimini di guerra commessi da generali e ufficiali italiani, che non furono perseguiti e furono utili per riorganizzare l'esercito della nascente Repubblica; agli alleati (inglesi e americani), che non erano riusciti a impedire gli eccidi ma a cui faceva comodo avere Tito alla guida di una Jugoslavia non allineata all'Urss; a Tito, ovviamente, così non dovette rispondere delle atrocità commesse dalle sue truppe e guadagnò i territori e i beni di Istria e Dalmazia.
A distanza di anni, fortunatamente, questa vicenda è uscita dall'oblio, e oggi, giustamente, vengono commemorate le vittime di allora. L'unico rammarico è che da parte della destra ci sia una disgustosa e oscena strumentalizzazione politica, senza alcuna considerazione dei fatti storici: l'ultimo sfregio a quei poveri morti.
(nel video: uno spezzone tratto da un documentario della BBC dal titolo "Fascism legacy - Un'eredità scomoda", trasmesso qualche anno fa a "La7" nella trasmissione "L'altra storia". Per chi volesse approfondire, qui la serie completa dei filmati.
Qui invece le trasmissioni dedicate alla tragedia delle foibe trasmesse da Rai Educational
)